Carsoli. Cento anni fa il terremoto nella Marsica che fece registrare trentamila vittime. Erano le 7.53 del mattino, un’ora che restera’ impressa nel cuore e nella paura e nelle storie di tanta, tanta gente. Epoche diverse, in cui la sofferenza era resa ancor piu’ dura dalla carenza delle comunicazioni e della mancanza degli attuali strumenti di aiuto per il popolo. Non era certo l’epoca in cui si rideva nel letto quando accadevano disgrazie di questa portata, ma i tempi per i soccorsi e per capire soprattutto cosa fosse successo non erano certo quelli odierni. Ma la dignità del popolo marsicano, seppe sopportare una immane tragedia che segno’ inesorabilmente la vita di un territorio. A distanza di cento anni, quando i testimoni di questa mattina non sono piu’ in vita, riteniamo sia giusto ricordare. Ma cosa accadde nel Carseolano? Praticamente nulla, gli abitanti di Carsoli e dintorni certo percepirono in maniera distinta la scossa sismica, ma non vi furono particolari allarmismi. “I terremoti si distribuiscono seguendo la cresta dell’Appennino, tranne quello di Avezzano (1915) che e’ più arretrato verso il Lazio. In realta’ si tratta di una struttura differente – sostiene il prof. Antonio Moretti geologo e docente di Scienze Ambientali presso l’Univaq – come quelle di Sora o di dei monti Carseolani, che si attiva circa ogni 1000 anni…Gli altri seguono le grandi vallate interne della catena ed infatti sono collegate alle grandi rotture (faglie) che generano le vallate stesse. Una affermazione di natura scientifica che evidenzia in termini semplicistici quelle che sono le differenze geologiche del nostro territorio rispetto a quello della marsica piu’ interna. Lo studio del fenomeno carsico dei monti Carseolani (che si trovano in Italia, nella Regione Abruzzo, in Provincia dell’Aquila e nel Comune di Carsoli) è stato oggetto, negli ultimi anni, di una importante valorizzazione scientifica che ha dato vita ad una letteratura sempre più voluminosa ed accurata. Come ad esempio la tesi di Laurea della D.ssa Tullia Anastasi di Colli di Monte Bove che attraverso l’uso di un linguaggio semplice, chiaro, ma senza trascurare la rigorosità scientifica, ci fa capire la genesi di questi fenomeni geologici complessi, soffermandosi sul quadro normativo e le potenzialità di sfruttamento economico di un ipotetico“Parco dei Monti Carseolani. La diversa conformazione geologica del territorio e delle rocce, in sostanza all’epoca del terremoto del 1915, attuti’ sensibilmente il fattore di scuotimento del terreno. La protezione, secondo le antiche generazioni per il nostro territorio perveniva dalla “Montagna di Colli”, che di fatto separa le catene montuose del tereritorio carseolano rispetto alla Marsica. Una delle ultime rielaborazioni delle mappe sismiche, che viene allegata in foto, dimostra in maniera chiara la gradualità sismica e l’intensificazione verso l’interno con l’assegnazione da parte dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia, di aree molto chiare rispetto al Carseolano con indici minori di scuotimento. Il fatto che il nostro territorio non sia stato interessato particolarmente da eventi sismici, ma bens’ venne distrutto dagli eventi bellici. Una chiaro contrasto tra il potere e la violenza della natura, talvolta inspiegabile ed imprevedibile con cio’ che in sua vece l’uomo riesce a produrre in negativo con le guerre. Con questo editoriale vogliamo anche noi partecipare e celebrare questa giornata della memoria ed esprimere la nostra vicinanza al popolo marsicano e rendere omaggio alle vittime del terremoto di Avezzano.