Editoriale – Ho offerto la mia collaborazione a “Cittalcentronline – Confinelive” per condurre una rubrica di approfondimento con interviste su temi di interesse generale. Inizio con questo articolo una ulteriore collaborazione offrendo ai lettori brevi racconti sulla storia di Carsoli o riflessioni su temi di attualità. (Giovanni Alberto Marcangeli) “Nell’ottava di Pasqua del 1944 e nella primavera a più riprese, Carsoli fu assoggettata a bombardamenti e, come raccontavano gli anziani, a “spezzonamenti” cioè a dire fuoco dalle mitragliatrici degli aerei. Dopo alcuni bombardamenti mirati alla linea ferroviaria ed alla sottostazione ffss avvenuti nel 1943, con questi attacchi gli alleati miravano a colpire le truppe tedesche in ritirata, senza curarsi della popolazione civile. Come è ben scritto e raccontato nel recentissimo libro in vernacolo carsolano da Checchetto Malatesta, la popolazione di Carsoli tragicamente si rese conto che la guerra non era più lontana e che colpiva duramente anche i civili inermi. L’attacco portato a termine nell’ottava di Pasqua fu micidiale: il veterinario Dott. Alessandro Corsi, con il camice bianco, e quindi bene in vista, eseguiva presso ponte Corradino la vaccinazione del bestiame e quindi intorno a lui vi era una moltitudine di allevatori provenienti da Carsoli e frazioni e una moltitudine di bestie che furono avvistati dagli aerei alleati che fecero numerose vittime, morti e feriti. I nostri contadini e la gente di Carsoli non erano abituati alle azioni di guerra degli aerei, per cui non si ripararono e solo qualche reduce, esperto di azioni di guerra, capì che si era in presenza di un attacco fatto per uccidere le persone. Particolarmente struggente fu la morte di un contadino di Tufo che era venuto a Carsoli in calesse per il tradizionale dono dell’agnello pasquale ad amici. In quel giorno e nelle altre incursioni degli alleati, vi furono morti e feriti (tra cui due giovanissimi) anche in castello nonostante che ormai molta parte della popolazione fosse sfollata nelle frazioni. Personalmente ricordo, per averli conosciuti negli anni successivi, Mandara, detto Cavaliere, privo di una gamba , Maria che era addetta alla casa dei De Leoni priva di un braccio ed altri. Mi raccontò mio padre che fu Commissario prefettizio all’epoca, che era stata paracadutata dagli Inglesi una spia, nelle colline tra Carsoli, Poggio Cinolfo e Collalto, che riferì a Londra di numerosi movimenti non solo di truppe , ma di alti ufficiali Tedeschi (ed in effetti molti di questi rimasero feriti ed uccisi in un mitragliamento aereo a piazza Corradino e nell’occasione si distinsero per il soccorso prestato Don Tito Zazza e Suor Placida) per cui l’alto comando alleato sospettò che Carsoli fosse il quartier generale del generale Kesserling, comandante in capo delle truppe Tedesche che invece si trovava a Tagliacozzo e Massa D’Albe. Questa delazione della spia e la ubicazione geografica e strategica di Carsoli, ne fecero un obiettivo dei bombardamenti che furono così massicci da distruggere l’ottanta per cento dell’abitato (ha ricordato Checchetto Malatesta nel suo libro che i bambini dopo il ’45 giocavano nelle macerie e talvolta, con tragiche conseguenze, con le bombe rinvenute qua e la). Ho voluto scrivere questo ricordo perché quest’anno ricorre il settantesimo anniversario di quella nefasta primavera. Siamo certi che l’amministrazione comunale, le associazioni d’arma, la pro loco e chiunque abbia buona volontà vorranno celebrare l’evento stringendosi attorno ai familiari superstiti e trasmettendo alle giovani generazioni il ricordo di eventi tragici che hanno segnato la sorte di tante vite e di tante famiglie e della stessa struttura urbana del paese che, con i bombardamenti aerei, ha perso tutto ciò che era di storico e pregevole da un punto di vista architettonico. (g.a.m.)