Carsoli. Un anno fa cadeva la giunta dell’amministrazione a guida del sindaco Domenico D’Antonio della lista “Costruiamo il futuro ora”, uscita vincitrice alle elezioni in scadenza naturale del maggio 2013. L’apice di una serie di tumulti interni avvenne proprio dopo la Befana, quando cinque consiglieri della stessa maggioranza, tra i quali l’allora vice sindaco Federica Arcangeli, ebbero a rassegnare in blocco le dimissioni dalla carica unitamente a due consiglieri di minoranza. Le avvisaglie di una certa instabilità erano iniziate già da qualche tempo, poi sfociate in questa posizione che portò Carsoli al commissariamento fino alle nuove elezioni anticipate del maggio 2015. Un vero e proprio bailamme politico amministrativo, che tenne banco per un lungo tempo. Ci fu qualche botta e risposta, pretesti, qualche “j’accuse” nemmeno tanto di sapore politico. In un primo momento la voce grossa sembrò voler caratterizzare personaggi che dalla seconda linea erano proiettati a passare in prima. Le condizioni del momento sembravano ineccepibili. Probabilmente per scongiurare chissà quali alchimie di accadimenti futuri si è pensato a scompaginare subito quelle vigenti. Poi la politica, ci ha messo il suo ed i puntini sono comunque tornati sulle i. Ma a distanza di un anno, ad elezioni rifatte daccapo, i veri motivi che hanno decretato la fine anticipata di quella legislatura sono rimasti tutti in piedi. Perchè D’Antonio era stato volutamente fatto fuori? Chi erano i veri registi/protagonisti? L’azione troppo severa e legale di D’Antonio forse era d’intralcio? I chiarimenti non sono mai arrivati, e mai probabilmente potranno arrivare, a meno che qualcuno dovesse decidersi a dire veramente le cose come stanno, anzi come stavano. Cosa che può sempre capitare. Mai dire mai. Poi la politica ha confezionato i suoi prodotti (le liste) in un clima di affanno generale; il popolo ha votato e c’è un nuovo consiglio comunale. Velia Nazzarro, per 19 voti ha avuto la meglio su D’Antonio ed è l’attuale nuovo sindaco di Carsoli, prima donna nella storia alla guida della città. D’Antonio è andato in minoranza come il candidato sindaco della terza lista Mauro Di Natale. Le elezioni hanno dato i loro riscontri, che al di la di chi e come sia stato eletto, sono fatte di numeri e di voti. Chi era dentro oggi è fuori, e chi era fuori è tornato dentro. Chi era contro qualcuno oggi è a favore, e via dicendo. Quello che era vecchio ieri diventa nuovo oggi e viceversa. Sono le strane “regole” della politica. Ora finalmente ci si può godere una certa tranquillità; non ci sono vignette o video diffamatori pubblicati in ogni dove, proteste di piazza, ira, accidia e lamentele varie. Non ci sono proteste popolari per l’aria al toluene, e sono svanite in corso d’opera le preoccupazioni di alcuni rispetto alla costruzione della diga… Non vi sono sussulti di nessun genere, tutto procede con apparente serenità. Qualche eletto ancora ne deve prendere coscienza. Qualche non eletto pure. Probabilmente in tutto questo meccanismo qualche giocatore di biliardo deve aver sbagliato più volte il tiro della palla. P. Q. M.; ai posteri l’ardua sentenza.