Al Sant’Eugenio quarto open day vaccinale per le mamme. “In gravidanza si immunizza anche il bimbo”
Fabrizio Signore, direttore della Uoc di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale della Asl Roma 2: "È cambiato l'atteggiamento, prima c'era titubanza ma ora registriamo sold out"
ROMA – “Sta andando molto bene, abbiamo avuto una grande risposta per questa giornata, che è la quarta organizzata dalla Asl Roma 2 e la terza del Sant’Eugenio. Abbiamo ricevuto tante prenotazioni da parte di donne in gravidanza e anche in allattamento, perché sempre di più è sentita la necessità di procedere con la vaccinazione per il Covid-19″. È soddisfatto Fabrizio Signore, direttore della Uoc di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma, intervistato oggi dalla Dire in occasione del quarto ‘Open day’ vaccinale dedicato alle donne in gravidanza e allattamento, organizzato dalla Asl Roma 2 sotto l’egida della Regione Lazio. Rispetto alla prima giornata alla ‘Nuvola’ di Fuksas a settembre scorso, intanto, è cambiato l’atteggiamento delle donne, con sold out registrati durante i più recenti open day.
“Quello che abbiamo potuto apprezzare è stato il mutamento nell’accettazione della vaccinazione contro il Covid in gravidanza – ha fatto sapere Signore – mentre alla prima esperienza di settembre c’era tanta titubanza, tanta diffidenza e anche tante paure, adesso abbiamo avuto invece un overbooking di richieste perché l’informazione ha raggiunto in maniera più capillare tutte le donne in gravidanza. Hanno capito l’effetto benefico della vaccinazione in questo periodo particolare della loro vita, finalizzata sia alla protezione della stessa paziente sia del nascituro”.
Cosa si può dire anche a quelle donne in gravidanza che ancora oggi hanno timore a sottoporsi alla vaccinazione? “Di fugare i dubbi insieme alle persone esperte e agli specialisti del settore – ha risposto Signore alla Dire – tant’è che nella giornata del Sant’Eugenio abbiamo tante figure professionali: oltre ai medici vaccinatori della Asl Roma 2 ci sono ginecologi, neonatologi, pediatri e ostetriche dell’ospedale che sono pronti a chiarire tutti i dubbi per incoraggiare le donne alla vaccinazione e soprattutto per sfatare i falsi miti che circolano sui social con dichiarazioni, da parte di persone, senz’altro al di fuori delle evidenze scientifiche”.
È importante vaccinarsi in gravidanza, ma anche dopo, durante l’allattamento. Ne è sicuro il direttore della UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Sant’Eugenio, che ha spiegato: “Senz’altro, noi abbiamo avuto affluenza di donne in gravidanza ma anche di donne che hanno partorito e siamo stati noi stessi a sollecitare l’appuntamento per la vaccinazione, perché la vaccinazione rappresenta in gravidanza una sorta di ‘immunizzazione passiva’, cioè noi immunizziamo la mamma e attraverso la placenta abbiamo un passaggio degli anticorpi che proteggono il bambino. Così anche attraverso l’allattamento: una vaccinazione effettuata nell’immediato post-partum determina una produzione anticorpale da parte della paziente e quindi una protezione attraverso il latte dello stesso bimbo”.
Le vaccinazioni, però, sono indicate per le future mamme solo a partire dal secondo trimestre di gravidanza. Perché? “Diciamo che la vaccinazione da effettuarsi nel secondo e terzo trimestre di gravidanza fa parte delle raccomandazioni del nostro ministero della Salute – ha chiarito Signore -, in realtà se andiamo a vedere le realtà anglosassoni, per esempio le linee guida sia del Royal College sia degli Stati Uniti, indicano di fare vaccinazioni in gravidanza anche nel primo trimestre. Noi abbiamo fatto questa sorta di scelta di occuparci della vaccinazione dal secondo trimestre in poi di gravidanza”. Ma pensa si possa cambiare in futuro? “Secondo me sì, si andrà verso un allargamento della popolazione da vaccinare anche nelle fasi iniziali della gravidanza – ha detto l’esperto – perché sempre più studi sono stati condotti sia negli Stati Uniti sia da parte dell’Ema su popolazioni importanti di pazienti in gravidanza e non è stato evidenziato alcun effetto negativo”.
Cosa rischia un bambino che dovesse nascere da mamma positiva al Covid? “Intanto di per sé l’infezione, con le sue manifestazioni – ha spiegato ancora Signore – determina un alto tasso di prematurità con tutte le complicanze che ne conseguono per quanto riguarda il nascituro. Come anche sono stati evidenziati parecchi casi in cui ci sono stati purtroppo delle morti endouterine del feto durante la stessa gravidanza. Quindi il mio consiglio è senz’altro quello di parlare con gli specialisti e di orientarsi verso una vaccinazione in gravidanza”.
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Al Sant’Eugenio ci sono anche ambulatori sempre aperti per le gravidanze a rischio. “Essendo un centro per la gravidanza a rischio di secondo livello, quindi con la terapia intensiva neonatale e la patologia neonatale – ha proseguito Signore – è ormai da un anno e mezzo che abbiamo aperto ambulatori sia di patologie di Ostetricia per le gravidanze a rischio sia di ecografie, collegate anche con la rete territoriale e con il percorso nascita, che sono aperte tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, con prenotazioni che possono avvenire sia attraverso il sistema del Cup che attraverso email indirizzate alla stessa Ostetricia e Ginecologia”.
Dai consultori direttamente all’ospedale, al Sant’Eugenio esiste una rete virtuosa. Ce ne può parlare? “Una rete che abbiamo messo in piedi e si sta sempre più realizzando all’interno della Asl Roma 2. Questo collegamento con il territorio – ha detto Signore – per cui le gravidanze fisiologiche sono seguite da parte dei consultori, poi sono demandate all’ospedale soltanto a termine. È chiaro che se il problema viene intercettato in gravidanza, per esempio una patologia come il diabete, l’obesità, l’ipertensione, le malattie autoimmuni o ematologiche, immediatamente la rete consultoriale prenota direttamente la visita nell’ambulatorio di patologia ostetrica o anche l’ecografia all’interno dell’ospedale. Quindi c’è una presa in carico diretta”.
Infine, sempre presso la struttura romana, c’è la possibilità di fare la donazione cordonale. “Negli open day che noi facciamo mensilmente – ha concluso Signore – al Sant’Eugenio c’è il medico del centro trasfusionale che illustra a tutte le pazienti in gravidanza la possibilità di fare la donazione del cordone all’interno del nostro ospedale alla nascita, che è un atto di estrema generosità, molto utile per tante persone che soffrono di tante patologie ematologiche molto gravi“.
LA GINECOLOGA: “VACCINIAMO E CHIARIAMO I DUBBI DELLE MAMME”
“In totale, fino ad oggi, abbiamo avuto circa 400 pazienti“. A farlo sapere è la dottoressa Maria Grazia Serafini, dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma, intervistata oggi dalla Dire in occasione del quarto ‘Open day’ vaccinale dedicato alle donne in gravidanza e allattamento, organizzato dalla Asl Roma 2 sotto l’egida della Regione Lazio. “È fondamentale la partecipazione di ginecologi, neonatologi e medici vaccinatori – ha proseguito Serafini – perché ognuno, per la sua competenza, dà informazioni corrette alla paziente, che poi è ciò che la donna desidera, cioè chiarire eventuali dubbi considerando che le notizie a livello televisivo sono sempre frammentarie. Bisognerebbe far parlare solo persone che hanno fatto le loro valutazioni con studi metodologicamente corretti“.
Molte future mamme vengono accompagnate dai futuri papà, cosa dicono loro? “I pensieri sono analoghi a quelli della mamma – ha risposto la ginecologa – Entrambi comunicano gli stessi dubbi, arrivano per avere certezze e rassicurazioni circa l’utilità del vaccino in gravidanza. Abbiamo organizzato questi ‘Open day’ proprio con la presenza di figure chiave per dare informazioni e rispondere a 360 gradi. Mensilmente organizziamo anche degli open day in Ostetricia, che hanno come obiettivo quello di formare l’utenza sui servizi offerti, ma nello stesso tempo anche di chiarire dubbi sulla maternità”.
L’obiettivo finale, dunque, è quello di “far tornare le pazienti a casa con le idee più chiare. In questo contesto diamo risposte anche sui vaccini in gravidanza e oltre a questo spieghiamo qual è il percorso messo in atto nel nostro ospedale dalla direzione sanitaria – ha concluso la dottoressa Serafini – condiviso con il direttore sulle modalità di accesso del pronto soccorso ostetrico durante il periodo di pandemia”.