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La tradizione di San Biagio a Subiaco

SUBIACO – Un legame secolare lega la Città di Subiaco all’Eremo di San Biagio, vera e propria perla sulla sommità del Monte Taleo.
Un legame che parte dal periodo pre-benedettino, per via della presenza del monaco Romano, celebre figura di riferimento per quel giovanissimo Benedetto da Norcia che proprio a Subiaco scelse di ritirarsi per vivere in ascolto di Dio.
L’eremo nacque dalla volontà dell’Abate Giovanni V, intorno al 1110, mentre la cappella che oggi possiamo ammirare è frutto del genio architettonico di Giacomo Quarenghi, cappella che, al suo interno, ospita il celebre affresco del sublacense Bartolomeo Postiglione. In esso sono ritratti i due santi da sempre legati alla storia di questo eremo, San Biagio e San Romano.
Una spiritualità fortissima che ha attraversato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri: oggi infatti l’eremo è diventato la Casa di Preghiera con le Suore Figlia di Maria Ausiliatrice.
Fino a qualche anno fa infatti, gli studenti erano soliti marinare la scuola proprio in occasione della ricorrenza di San Biagio, per raggiungere l’Eremo a piedi in un pellegrinaggio tra sacro e profano che si concludeva con la benedizione della gola attraverso l’olio santo e l’accensione del fuoco sul quale arrostire le salsicce, accompagnate da un bicchiere di vino. best mini bong
Oggi restano i ricordi di questa usanza che si mantiene nella sua componente più sacra, con la benedizione della gola attraverso l’olio santo dal momento che San Biagio ne è il protettore. Un aspetto che si è conservato anche in tempo di pandemia, nonostante le limitazione, a cui si potrà prendere parte anche oggi. E’ quanto rende noto il comune.