ROMA – La fotografia scattata dal rapporto di Legambiente mostra una situazione del Lazio, con oltre 500.000 pendolari, seconda Regione per servizio ferroviario complessivo con 1.298 corse giornaliere di treni, ma anche la Regione dove il costo del biglietto è il più basso in assoluto con 2,60 € per 30 km di percorso, e tra quelle che hanno investito di meno, con una spesa per il servizio ferroviario regionale pari allo 0,04% rispetto al bilancio. L’età dei 212 treni del Lazio è di media pari a 16,8 anni, in linea con la media nazionale, e con 1.008 km il territorio regionale è quello con il record di presenza di doppio binario.
Con Pendolaria continuano ad emergere poi le condizioni disarmanti nelle quali versano la Roma Nord-Viterbo, dove nel 2020 sono stati oltre 5.000 i treni soppressi, e della Roma-Ostia Lido dove anni fa erano oltre 20 i treni viaggianti, nelle ultime settimane se ne contano 2-3 al giorno.
“La situazione del trasporto su ferro è determinante per la vita di milioni di persone e per la qualità ambientale del Lazio – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – con numeri enormi di treni e viaggiatori e con tratte dall’enorme potenziale di crescita ma ancora troppi problemi, basti pensare alla situazione nella quale versano Roma-Lido o Roma Nord-Viterbo, oppure all’enorme divario tra i 60 chilometri di metropolitane della Capitale nel confronto con tutte le altre grandi città europee. C’è bisogno di cogliere totalmente l’opportunità straordinaria dei fondi europei per lo sviluppo del trasporto e cercare le risorse necessarie per avviare tutti i progetti oggi ancora in attesa di finanziamento: così possiamo immaginare uno scenario al 2030, dove recuperare parte di quel gap infrastrutturale che riguarda soprattutto Roma, per abbattere l’altissimo numero di vetture circolanti con una poderosa cura del ferro”.
Nel rapporto annuale vengono infatti analizzate quest’anno anche le risorse PNRR di 3,6 miliardi, da destinarsi allo “Sviluppo di sistemi di trasporto rapido di massa”: a Roma sono finanziati 3,6 chilometri della Metro C (prolungamento da Piazza San Giovanni a Piazza Venezia) e poi ci sono i 40,8 km non nuovi, ma di riconversione di Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo in metropolitane. Poi ancora i Tram Termini-Vaticano Aurelio quello della Togliatti, la conversione e il prolungamento a Tor Vergata e Termini del tranvetto della Casilina, il tram Tiburtina Ponte-Mammolo. Nel report sono analizzate anche le situazioni oggi non soggette a finanziamento, sulle quali bisogna lavorare su uno scenario che guardi al 2030: i prolungamenti della metro A a Monte Mario, della B a Casal Monastero, della B1 fino al GRA, della C almeno a Tor di Quinto, l’avvio dei lavori per la linea D, il completamento dell’anello ferroviario ancora incerto e con risorse non sufficienti, l’aumento delle frequenze delle metro.
“Siamo di fronte a una grande sfida perchè adesso le cifre ci sono e, velocemente, devono diventare cantieri ed infrastrutture – commenta Amedeo Trolese del direttivo regionale di Legambiente – con crono-programmi verificati anche attraverso tavoli di lavoro con le associazioni dei territori e senza lasciar indietro niente: dal potenziamento necessario o la riattivazione di ogni tratta ferroviaria del Lazio, al prolungamento di tutte le metro e all’aumento concreto delle reti tranviarie a Roma”.