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Roma Capitale in visita al carcere di Regina Coeli: un segnale importante nei confronti dei detenuti

Roma – L’assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari, l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor, e il capogruppo capitolino di Demos, Paolo Ciani, si sono recati oggi in visita al carcere romano di “Regina Coeli”. Durante la visita la delegazione è entrata in due sezioni, interloquendo con alcuni detenuti e con il personale di Polizia Penitenziaria, per poi realizzare un momento di incontro e ascolto con la direttrice, il comandante e il dirigente sanitario, nei locali della biblioteca di Roma Capitale, all’interno dell’Istituto.

“Questa visita – spiega l’assessora Barbara Funari – rappresenta un segnale importante dell’interesse della nuova Amministrazione capitolina. Abbiamo a cuore la situazione di chi vive nelle carceri a Roma e lo abbiamo ribadito nel corso dell’incontro fatto con la Direttrice e con tutto il personale impegnato. Occuparsi dei detenuti deve essere per le Istituzioni un impegno civile e prioritario e da parte mia un’occasione di riflessione e confronto utile per capire come rendere i servizi già in essere di Roma Capitale sempre più efficaci, per garantire il diritto alla salute e al reinserimento sociale”.

“Quella di oggi è una visita che tenevo molto a fare – ha aggiunto l’assessore Miguel Gotor – perché sono convinto che la qualità di una democrazia si misura anche, e soprattutto, dalle condizioni in cui versano le sue carceri che avranno la massima attenzione da parte di questa amministrazione. Come Assessorato alla Cultura siamo disponibili a prendere in considerazione molto seriamente tutte le richieste che ci arriveranno dal mondo penitenziario cittadino e a rispondervi in modo positivo”, ha concluso.

“Gli istituti penitenziari non sono un mondo a parte. Sono parte integrante della città, luoghi a cui le istituzioni sono chiamate ad assicurare presenza e attenzione, come a tutti gli altri – ha affermato il capogruppo capitolino di Demos Paolo Ciani. – Abbiamo voluto fortemente essere qui oggi, dare un segnale, esprimere alle persone private della libertà personale e a tutto ‘l’universo carcere’ (personale di polizia penitenziaria, personale civile, personale sanitario e volontari) che Roma non li dimentica, ma li accompagna in un percorso di inclusione e reinserimento sociale”.