ROMA – “Non siamo i ragazzi del no o i radical chic come ci ha definito il ministro Cingolani. Siamo persone che hanno una visione per la tutela e il benessere delle future generazioni. Un biodigestore da 120mila tonnellate non lo vogliamo. Chiediamo una nuova gestione dei rifiuti e ricordiamo alla Regione Lazio che questo territorio non è di Serie B“. Così all’agenzia Dire Mattias Mancin di Civitavecchia Fridays For Future che questa mattina insieme ad altri giovani studenti, comitati e collettivi e rappresentanze sindacali e istituzionali, ha sfilato per le vie della città per ribadire il “no secco alla creazione di un Biodigestore a Civitavecchia”.
Diverse centinaia di cittadini e cittadine in piazza per ribadire il no alla mega struttura che dovrebbe smaltire 120mila tonnellate di rifiuti umidi e che è stata recentemente autorizzata dalla conferenza dei servizi della Regione Lazio, nonostante i pareri negativi di Sovraintendenza, Asl Roma 4 e Comune. La città unita questa mattina ha manifestato per la seconda volta contro l’impianto che Ambyenta Lazio vorrebbe realizzare in località Monna Felicita, nella zona industriale.
“Non vogliamo essere le vittime di scelte sbagliate, dannose per salute e ambiente, soprattutto spudoratamente calate dall’alto. Civitavecchia non può svendere la sua salute a causa di una cattivissima gestione dei rifiuti“. La lotta di attivisti e movimenti ambientalisti che trova ancor più vigore e forza dopo la buona notizia della non riconversione a gas della centrale di Civitavecchia, il più grande polo energetico a carbone del centro Italia. Difatti Enel non ha candidato l’impianto all’asta di Terna per il capacity market, in relazione agli obiettivi di decarbonizzazione che l’Europa assegna. “Per noi una grande vittoria”, spiega il portavoce di Città Futura Ismaele De Crescenzo, “stiamo lottando da anni per uscire dalla monocultura Enel, con danni importanti sia dal punto di vista economico che ambientale.
“Questa piazza vuole dire no al biodigestore ma vuole anche rilanciare il tema della riconversione ecologica di questo territorio. Ieri l’intervento di Draghi, dopo le brutte notizie sul fronte ucraino, ci ha spiazzati, non è accettabile per quanto ci riguarda -continuano i manifestanti -. Il ciclo di vita delle centrali arriverà fino al 2025 e il potenziamento a cui accennava il premier è del tutto insensato e rappresenterebbe un grosso errore. Noi abbiamo già vinto la battaglia per uscire dalle fonti fossili. La proposta di transizione di uscita dal carbone, non è fuffa esiste ed è fattibile, è sui tavoli ministeriali la conoscono bene. Si tratta dell’eolico offshore, è nella sua fase operativa e verrà presentato nei prossimi giorni”.
IL SINDACO: “ADIREMO VIE LEGALI, NON SIAMO PATTUMIERA DEL LAZIO”
In corteo tra studenti e comitati cittadini anche i sindaci del comprensorio che ribadiscono unitariamente il no all’impianto. “Attendiamo il provvedimento della Regione per presentare immediatamente ricorso al Tar, non molleremo su questo fronte, per noi sono insostenibili 120mila tonnellate di rifiuti umidi, a fronte di una città che ne produce 7mila annui, non ci fermeremo”, ha detto il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco all’agenzia Dire.
“Non siamo la pattumiera del Lazio”, rimarca il primo cittadino che insieme ai sindaci del comprensorio ha sfilato per le vie della città con centinaia di giovani, movimenti e attivisti. “Continueremo la battaglia legalmente in prima battuta al Tar per opporci a questo provvedimento, che ancora dopo un mese non è stato emesso”. (www.dire.it)