L’Aquila. Una presunta frode di ai danni della Asl e della Regione. E’ questa l’accusa della procura di Avezzano che riguarda rimborsi sanitari per oltre 2 milioni e mezzo di euro. Indagate 11 persone tra amministratori e dirigenti medici di cliniche private della provincia dell’Aquila.
L’operazione della guardia di Finanza, a conclusione delle indagini preliminari, ha portato a undici persone indagate tra la Marsica e L’Aquila con accuse che vanno dalla truffa in concorso al falso. L’operazione è stata eseguita dai finanzieri della compagnia di Avezzano che hanno passato al setaccio decine di cartelle cliniche di pazienti operati alla colonna vertebrale.
Le accuse, secondo la tesi della procura, riguardano presunte azioni delle cliniche che portavano a indurre in errore i funzionari della Asl preposti alla liquidazione delle richieste di rimborso di prestazioni sanitarie riguardanti interventi alla colonna vertebrale che sono in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Ciò, secondo l’accusa, permetteva di conseguire un danno all’Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila e alla Regione Abruzzo a causa di un ingiusto profitto alle cliniche per un totale di 2 milioni 651 mila euro.
Gli interventi, secondo il procuratore della repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, titolare dell’inchiesta sulla sanità, riguardano quelli alla colonna vertebrale. La presunta frode consisteva nel produrre false attestazioni riguardo agli interventi chirurgici svolti in convenzione. Secondo la tesi della procura marsicana, venivano fatti risultare interventi di artrodesi vertebrale (tecnica chirurgica che permette di unire ossa presenti nel tratto lombare della colonna vertebrale per stabilizzarla in modo da ridurre dolori o deformità), pur avendo effettuato operazioni chirurgiche di natura diversa e meno complesse e quindi che avrebbero avuto un rimborso dalla regione inferiore rispetto a quello effettivamente richiesto e liquidato.
I fondi riguarderebbero alcune cliniche della provincia dell’Aquila.