Roma. Ormai è muro contro muro tra sindacati e Strada dei Parchi, la società dell’imprenditore teatino Carlo Toto che gestisce le autostrade A24 e A25. E a pagare il prezzo della guerra, anche con disagi crescenti, sono gli automobilisti.
Sabato e domenica scorso spazio lo sciopero indetto a seguito della decisione da parte della società di togliere il turno notturno in otto stazioni lungo l’autostrada, quelle di Ponte di Nona, Pescina, Cocullo, Tagliacozzo, Assergi, L’Aquila Est, Torre dei Passeri e Magliano dei Marsi, e di portare da due a una le persone a bordo dei mezzi di sorveglianza lungo l’autostrada.
I disagi maggiori si sono registrati alla barriera di Roma Est, dove le stazioni incustodite a causa dello sciopero sono rimaste con la sbarra abbassata, provocando l’imbottigliamento delle auto ai pochi caselli automatici disponibili e lunghi incolonnamenti delle auto, in un clima di forte tensione tra gli automobilisti in fila, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine a sedare gli animi.
I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal, Ugl At, intanto, cantano vittoria e parlano in una nota di “adesione totale in tutte le stazioni in tutti e tre i turni, adesione totale in tutti e tre i turni degli addetti al monitoraggio centrale di rete, degli addetti controllo esazione operativa, e del supporto esazione”.
“Quando c’è bisogno di mandare segnali chiari, c’è un mondo spesso denigrato, maltrattato e oltraggiato che sa parlare un linguaggio chiaro, netto e inequivocabile”, commenta Domenico Fontana della Filt-Cgil.
E sindacati e lavoratori non intendono fermarsi qui: martedì 3 diugno a Roma assieme alle segreterie nazionali di Cgil Cisl e Uil, verranno decise le date e le forme delle prossime azioni di lotta, tra cui uno sciopero di non più di quattro ore, bensì dell’intera giornata, “nonché i necessari ricorsi alle autorità preposte rispetto alle molteplici violazioni alle norme e consuetudini messe in campo dall’azienda nel tentativo di neutralizzare lo sciopero”.
“Grave”, infatti, per la Filt-Cgil, è la decisione da parte di Strada dei parchi di aver tenuto chiusi i caselli incustoditi nei giorni di sciopero.
“A nostro avviso è stato anteposto il profitto alla sicurezza delle persone. Aver preteso e imposto di escludere le normali sicurezze sulle piste di uscita, come il posizionare in modalità manuale le sbarre chiudi pista – scrive – ha esposto inutilmente gli utenti a gravi e inaccettabili rischi che solo la buona sorte ha impedito si trasformassero in drammi. Naturalmente tale comportamento verrà segnalato alle autorità preposte”.
Strada dei Parchi, tuttavia, non vuol sapere di fare passi indietro e chiude a ogni dialogo contro rappresentanze sindacali giudicate “prevenute e scorrette”.
La società difende innazitutto la decisone di togliere il turno notturno in stazioni lungo l’autostrade, visto che, si fa notare, “nelle ore notturne, dalle ore 22 alle 6, fanno registrare un traffico di mezzi paganti prossimo allo zero”.
Sottolinea, altresì, che “i caselli non resteranno incustoditi, perché gli automobilisti in caso di necessità potranno contattare sul servizio assistenza h24”.
La decisione di portare da due a una le persone a bordo dei mezzi di sorveglianza lungo l’autostrada, aggiunge Strada dei parchi, “consentirà di aumentare i furgoni di assistenza ai clienti e controllo sull’A24 e A25 che nei piani aziendali, dagli attuali due a per turno, passeranno a cinque. Tra questi uno è già entrato in attività in occasione dell’apertura anticipata delle complanari. Altri nuovi mezzi inizieranno ad operare prima dell’inverno”.
I sindacati nell’acme del conflitto avevano accusato Strada dei Parchi di “aver affidato direttamente a un’azienda del gruppo Toto 40 milioni di euro di manutenzione ordinaria per il solo 2014, che in gran parte potrebbe essere svolta dai dipendenti”.
Secca la smentita della società, almeno sui numeri: “Abbiamo firmato un contratto di fornitura di servizi da 38 milioni complessivi per la durata di 3 anni. Che un sindacato interno sia così approssimativo nel citare i dati, non lo crediamo affatto. Quello che non capiamo, invece, è a che cosa mira questa azione diffamatoria. In questo preciso momento”.
Sullo sfondo di questa vertenza, non solo sindacale, ma anche politica, il costo del pedaggio altissimo della A24 a 25, con aumenti record a inizio anno in un Paese, l’Italia, dove i costi delle autostrade sono tra i più cari d’Europa e dove tantissime infrastrutture rimangono a pedaggio anche molti anni dopo aver recuperato tutti i costi di realizzazione e di manutenzione.
Un buon motivo per tanti sindaci abruzzesi e laziali per rivedere o addirittura revocare la convenzione con Strada dei Parchi.
Per i sindacati un argomento in più per difendere almeno i posti di lavoro e diritti di chi nell’autostrada ci lavora.
Ma la società continua a difendersi. “I sindacati dimenticano o fanno finta di non sapere che, per effetto della crisi, in Abruzzo e il Lazio, i livelli di traffico, come nel resto del Paese, sono tornati indietro di oltre 10 anni. Per un’autostrada come la A24 e A25 questo significa che il traguardo storico del pareggio di bilancio non è stato ancora raggiunto”.
E reputano del tutto legittimi e in linea con la convenzione stipulata con lo stato, gli aumenti e le attuali tariffe.
Infatti sono sempre di più gli abruzzesi che se possono preferiscono percorrere le strade statali e le provinciali, pur di evitare l’autostrada. I pedaggi, insomma, sono diventati un lusso. (s.n.)