Roma – È stato avviato, con la consegna dei lavori, l’intervento di consolidamento, restauro e messa in sicurezza del Monumento a Giuseppe Garibaldi al Gianicolo.
L’intervento è mirato al ripristino del monumento, ideato dallo scultore Emilio Gallori e inaugurato sul punto più alto del Colle del Gianicolo nel 1895, colpito la mattina del 7 settembre 2018 da una forte scarica atmosferica che ha provocato considerevoli dissesti nella struttura del podio, composta di blocchi e lastre di granito.
I lavori saranno diretti da tecnici della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e avranno una durata di 180 giorni.
Il progetto di restauro, elaborato in due fasi, è stato preceduto da una accurata campagna di indagini storico-archivistiche, geognostiche, geomorfologiche, strutturali e ambientali, finalizzate ad accertare cause e conseguenze dei fulmini che hanno danneggiato il monumento nel 1944, nel 1971 e da ultimo nel 2018, e a mettere a punto un efficace sistema di protezione dell’opera da nuovi possibili analoghi eventi metereologici. Il progetto si è posto come obiettivi il consolidamento del nucleo murario interno del basamento, il riassemblaggio dei blocchi dissestati dal fulmine nell’angolo nord-ovest della parte alta del basamento e la ricomposizione e il riposizionamento sul prospetto ovest, della lastra in granito col bassorilievo raffigurante il leone, spezzata in due parti e violentemente distaccata dalla scarica atmosferica.
Con l’occasione sarà revisionato lo stato di conservazione delle superfici lapidee e bronzee della statua equestre e dei gruppi scultorei, dopo il restauro eseguito nel 2011 in occasione delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia e sarà effettuata la manutenzione dell’opera, con pulitura, stuccatura e protezione delle superfici, in modo da prolungare e preservare nel tempo gli effetti benefici del precedente restauro.
Al termine dell’intervento è prevista l’installazione di un dispositivo di protezione del monumento dalle scariche atmosferiche, basato sui principi della “gabbia di Faraday”, messo a punto sulla base di acquisizioni scientifiche e verifiche tecnico-analitiche.
Cenni storici
La decisione di dedicare a Garibaldi un monumento nazionale a Roma fu presa dal Parlamento italiano all’indomani della morte dell’eroe, avvenuta a Caprera il 2 giugno 1882. Quello stesso giorno il Consiglio comunale di Roma aprì una sottoscrizione stanziando la somma di lire 80.000 e individuando nel Gianicolo, dove si era combattuto per la difesa di Roma, il luogo dove erigere il monumento. Si decise quindi di porre il progetto dell’opera a concorso e la commissione giudicatrice, nominata nel settembre 1883, stabilì che il monumento doveva essere sormontato da una statua bronzea di Garibaldi in piedi o a cavallo, indicando come luogo puntuale della collocazione il giardino di San Pietro in Montorio.
Il concorso fu bandito il 14 novembre del 1883 e alla scadenza, fissata per settembre del 1884, furono presentati 37 bozzetti che vennero esposti nel nuovo Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale. La commissione, dopo accese discussioni, dichiarò vincitrice la proposta di Gallori, che ebbe il primo premio di 20.000 lire, esprimendo però il desiderio che le figure del monumento, fredde e politicamente neutrali, venissero rianimate e vivacizzate. Gallori lavorò a queste modifiche per quasi tutto il 1885 e il 5 novembre di quell’anno presentò il nuovo modello arricchito di gruppi bronzei sulla fronte e sul lato posteriore – l’uno con i bersaglieri di Luciano Manara all’assalto per la difesa di Roma e l’altro con i combattenti di Calatafimi – che si aggiungevano ai gruppi allegorici dell’Europa sul lato sud e dell’America sul lato nord, simboleggianti le azioni di Garibaldi in quelle due parti del mondo. Approvate le modifiche, fu avanzata la proposta di creare un ossario sotto le fondazioni del monumento per ospitare le spoglie dei caduti nella difesa di Roma del 1849 che si trovavano già sepolti al Gianicolo.
Nella primavera del 1891, quando già i lavori per le fondazioni erano stati avviati, il Comune, per mancanza di fondi, dichiarò di dovere rinunciare a costruire la cripta sotto il monumento. Fu allora che Gallori propose una nuova area per la collocazione del monumento, individuando il punto più alto del Gianicolo, un’area già facente parte del parco di Palazzo Corsini, dove era stata realizzata la nuova passeggiata pubblica. I suoi argomenti convinsero la commissione esecutiva che decise di chiedere il 15 maggio 1892 la concessione comunale del sito da destinarsi al monumento, abbandonando, al contempo, l’idea di porre l’ossario nelle fondazioni.
Il 19 marzo 1895, alla presenza dei reali d’Italia, fu posta la prima pietra e si stabilì che il monumento si sarebbe inaugurato il 20 settembre di quello stesso anno, in occasione delle celebrazioni del 25° anniversario della liberazione di Roma. Alle 11 del 20 settembre 1895, il monumento a Garibaldi fu scoperto davanti al re e alla regina, al presidente del Consiglio Crispi e al sindaco Emanuele Ruspoli, presenti, secondo i giornali dell’epoca, più di sessantamila persone.