ROMA – Aveva solo 23 anni Roberto Antiochia, agente della Polizia di Stato quando, il 6 agosto del 1985, in servizio presso la squadra mobile di Palermo, mentre accompagnava il Vice Questore Antonino Cassarà presso la sua abitazione, un gruppo di uomini armati di kalashnikov, cominciarono a sparare sull’alfetta di scorta. Antiochia, cercando di fare scudo con il suo corpo a Cassarà che era sceso dall’auto per raggiungere il portone di casa, è rimasto ucciso dagli spari. Più tardi, ferito gravemente dagli innumerevoli colpi di mitra, morirà anche Cassarà.
Il 17 febbraio 1995, la Corte d’Assiste di Palermo ha condannato all’ergastolo 5 persone quali mandanti del delitto tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Questa mattina, in occasione della commemorazione del 37° anniversario della sua morte, il Vice Questore Vicario dr. Mauro Baroni, ha deposto, a nome del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Lamberto Giannini, una ciotola di fiori sulla lapide collocata all’interno del cimitero di Prima Porta.
Alla cerimonia religiosa, presieduta dal Cappellano della Polizia di Stato Don Nicola Tagliente, hanno partecipato funzionari della Questura, colleghi e familiari della vittima.