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Ragazzo down pestato a Roma. Salbini (Aipd): “Un episodio che fa male”

ROMA – “Episodi come quello avvenuto recentemente a Roma ci fanno male perché, pur essendo isolati, ci fanno capire che il contesto sociale è ancora da migliorare. Ci troviamo davanti a uno stato sociale che, in generale, è compromesso ma l’attenzione per il diritto fondamentale all’inclusione deve restare alta“. Così Gianfranco Salbini, presidente dell’Associazione italiana persone Down (Aipd), commenta alla Dire il pestaggio di un diciassettenne con la sindrome di Down avvenuto nel quartiere Garbatella ad opera di un gruppo di adolescenti. Il motivo? Secondo le prime ricostruzioni il giovane sarebbe stato accusato di aver scritto messaggi ad una ragazza su Instagram.

“Le violenze, le risse e le aggressioni che coinvolgono ragazzi, in generale, si verificano ormai spesso e questo probabilmente è anche il risultato della pandemia che per due anni ha fermato la macchina del sociale– osserva Salbini- questo stop ha avuto ripercussioni sia sui ragazzi che sulle famiglie. Oggi a livello sociale c’è un clima teso, non siamo più abituati a stare in gruppo, non riusciamo ancora a rientrare nei ranghi dei comportamenti”.

RIPARTIRE DALLE SCUOLE

“Dal canto nostro- evidenzia il presidente Aipd- dopo lo stop di due anni dovuto al Covid a breve riprenderemo gli incontri nelle scuole perché pensiamo che lì ci sia davvero da lavorare. La società è formata da giovani e in questo momento sono proprio loro che non riescono a comprendere quello che può essere il rispetto della diversità o di una condizione come la sindrome di Down. Episodi come quello avvenuto a Roma ci deludono ma non ci abbattiamo– dice ancora Salbini- continueremo ad andare avanti perché esistono anche tante belle storie”.

“È da 40 anni- ricorda il presidente Aipd- che cerchiamo di migliorare le condizioni delle persone con sindrome di Down attraverso vari percorsi di autonomia per rendere la loro vita più indipendente possibile. E molto è stato fatto. Domenica si celebra la Giornata nazionale delle persone con sindrome di Down ed è un momento di cui approfitteremo ancora una volta per dare risalto all’importanza di abbattere i pregiudizi”. (www.dire.it)