Vicovaro – C’è stata una stagione, nel Medioevo, che ha visto il nostro territorio protagonista di una sorta di “rivoluzione” giuridica – ovvero il fatto che tra Duecento e Trecento molti castri della zona decisero di dotarsi per la prima volta di regole scritte. Si tratta degli statuti, raccolte di capitoli che avevano il compito di stabilire – diremmo in termini moderni – diritti e doveri dei vari abitanti di un castro (dai signori agli homines ai massari).
Tali statuti, nel corso del tempo, sono stati studiati per la capacità che hanno di restituirci una descrizione della vita del tempo, soprattutto delle abitudini contadine e del rapporto tra signori e homines. A tal proposito, un libro interessante è Statuti della Provincia Romana, pubblicato nel 1910 e curato da Francesco Tomassetti, Vincenzo Federici e Pietro Egidi. Il volume raccoglie, nella forma originale (dunque in latino, benché un latino, come osservano i curatori, abbastanza distanze da quello classico, nonché scorretto e contaminato dalle nascenti lingue romanze), gli statuti di Vicovaro, Cave, Roccantica, Ripi, Genazzano, Tivoli, Castel Fiorentino. Ogni statuto, poi, è preceduto da una premessa che illustra le caratteristiche del testo dal punto di vista linguistico e interpretativo nonché il contesto storico in cui è stato prodotto. Particolarmente interessante la sezione su Tivoli, più corposa e volta a evidenziare la struttura sociale e organizzativa della città all’altezza del XIV secolo.
Un volume, dunque, per specialisti, ma che attraverso le introduzioni può aprirsi anche al lettore non esperto o a digiuno di latino. Ma soprattutto la testimonianza di un momento in cui il nostro territorio ha vissuto una trasformazione organizzativa e di autocoscienza destinata a lasciare tracce importanti nella sua storia.