Roma – Utilizzavano schermi societari per effettuare importanti acquisizioni immobiliari finanziate attraverso gli introiti derivanti da traffici illeciti e la sistematica distrazione di fondi societari. Per questo, il Servizio Centrale Anticrimine e la Divisione Anticrimine della questura di Roma hanno eseguito – nelle province di Roma, Latina, Frosinone e L’Aquila – un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca.
Il provvedimento riguarda beni e assetti societari, per un valore complessivo di 10 milioni di euro, riferibili a una famiglia di imprenditori che opera nei settori immobiliare e della gestione dei rifiuti.
Accogliendo la proposta del procuratore della Repubblica e del questore di Roma, il Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma ha disposto il sequestro della totalità delle quote e dell’intero patrimonio aziendale di 3 compagini societarie, operanti nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiali ferrosi e immobiliare, nonché di 22 fabbricati e 10 terreni, 1 veicolo e 34 rapporti finanziari, per un valore complessivamente stimato di circa 10 milioni di euro.
Dagli approfondimenti degli investigatori, sono emersi gravi elementi indiziari quali intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio, appropriazione indebita ed emissione di fatturazioni per operazioni inesistenti. Inoltre, dalle indagini patrimoniali è risultata una marcata sproporzione tra la situazione reddituale “dichiarata” dal nucleo familiare e il patrimonio direttamente o indirettamente allo stesso riconducibile.
L’operazione nasce nell’ambito della strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni illeciti da parte delle consorterie criminali, intrapresa dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato sull’intero territorio nazionale.