Lo storico Ferdinand Gregorovius circa 150 anni descrisse così i monasteri benedettini di subiaco :
“…Da questa selvaggia solitudine, fra i monti brulli ebbero origine tutti i monasteri che, sotto forma di colonie della Chiesa romana, si sparsero per tutta l’Italia, la Sicilia, la Germania, la Francia ed anche per la lontana Britannia.
I monaci mantennero stretti i rapporti fra queste regioni e Roma, e, in mezzo alle barbarie di secoli oscuri, essi posero i germi della ” CIVILTÀ ” e tennero viva la coltura classica, copiando, scrivendo, e studiando i codici, alla fioca luce della lampada, nelle loro buie celle, mentre tramandavano gli avvenimenti del loro tempo in cronache e notizie di inestimabile valore…”
Senza dubbio alcuno Subiaco quindi ha una importanza storica fondamentale per la creazione della futura Europa costruita sui valori del cristianesimo , quindi quale migliore opportunità di ritrovare la pace tra popoli in conflitto, ma accomunati dalla stessa Fede, che quella di ritornare alle origini , a quel seme che l’ha generata.
Ho pensato a cosa può legare in questo momento popoli così diversi e così distanti tra loro in preda ad una follia devastatrice che rischia di deflagrare in un incubo che pensavamo passato con la fine della guerra fredda e mi è venuto alla mente per l’appunto Il Santo, apostolo della pace e
” Patrono d’ Europa ”.
Quella che vedete in allegato è una icona di San Benedetto da Norcia nell’iconografia della Chiesa Ortodossa nella quale San Benedetto è venerato e che , insieme ai Santi Cirillo e Metodio (evangelizzatori dell’Europa dell’ est ) , è Patrono d’Europa , ecco quindi la chiave che può aprire le coscenze , la radice comune che può dare nuova linfa .
Se proprio vogliamo fare qualcosa per dare un senso compiuto ai nostri aneliti di pace allora propongo qualcosa di diverso , di utile , di concreto , di coraggioso : lanciamo dalla terra del Santo , dalla Grotta della Pace di San Benedetto un appello alle parti belligeranti, un messaggio di pace da recapitare , per tramite dell’Abbazia di Subiaco , delle Congregazioni benedettine e del Vaticano , al Patriarcato di Mosca e di Kiev e alle ambasciate italiane di Russia e Ucraina .
Una appello che questi soggetti possano girare ai governanti di Russia e Ucraina per decretare una tregua e invitare nella nostra Subiaco le delegazioni dei due paesi a negoziati di pace , presso le oasi di pace della nostra Abbazia sotto lo sguardo benevolo del Patrono d’Europa venerato da tutti i cristiani.
Io penso che se è la speranza a morire per ultima allora dobbiamo darle una opportunità, proponiamo, quindi, noi abitanti di questa ” Valle Santa ” un messaggio di pace che travalichi i confini dell’ orgoglio e arrivi agli uomini di buona volontà perchè si pieghino al dialogo.