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L’Asl Rm 6 e le associazioni del territorio insieme per la prevenzione oncologica

ROMA –  Si è svolto  presso la sede Asl Roma 6 di Albano Laziale, un incontro con le associazioni territoriali che operano nell’ambito socio-sanitario, incontro promosso dalla Direzione Sanitaria Aziendale, dal Dipartimento di Prevenzione e dal Coordinamento dei Programmi di Screening. Le associazioni di volontariato rappresentano una ricchezza da valorizzare per far giungere il messaggio che si vuole trasmettere, al maggior numero possibile di soggetti interessati agli screening, grazie alla loro capacità di contatto diretto con la popolazione.

Per questo l’azienda, al fine di promuovere la sensibilizzazione dei cittadini allo screening, di sviluppare capillarmente sul territorio la cultura della prevenzione e di aumentare la consapevolezza sull’importanza dell’adesione, ha intercettato la necessità di coinvolgere ancor di più le associazioni attive sul territorio negli screening per la diagnosi precoce e/o preclinica del tumore della mammella, del cervicocarcinoma e del colon retto. L’attenzione per le fragilità, l’equità e la prossimità sarà presente nel Piano Aziendale Screening 2023 che prevede di incrementare l’adesione consapevole dei cittadini alla prevenzione oncologica anche con l’utilizzo degli ambulatori mobili.

L’IMPEGNO DI ASL ROMA 6 NEGLI SCREENING ALLA POPOLAZIONE

Continuano senza sosta le iniziative di promozione dei tre Programmi di Screening mediante i camper aziendali e truck attrezzati che, con un calendario già definito, riusciranno a garantire un più facile accesso alla popolazione di tutti i comuni della Asl Roma 6. “Oggi ci troviamo a parlare di diritto alla tutela della salute– afferma il dottor Roberto Corsi, direttore sanitario Asl Roma 6- e prevenzione è una di quelle parole di cui i nostri piani di programmazione sono ricchi. Per valorizzare e far crescere le attività di prevenzione servono risorse. E l’associazionismo, non certo nuovo nel supportarci in questo duro lavoro, è senza dubbio una risorsa preziosa per individuare e raggiungere target finora non raggiunti, fragilità che, pur con tutti gli sforzi del caso, a volte restano ai margini delle nostre iniziative. Oggi siamo qui per questo, per confrontarci con voi, fattivamente, con l’obiettivo di costruire insieme questo nuovo progetto di salute pubblica che mette al centro i bisogni dei più fragili”.

“Il confronto e la collaborazione con le associazioni di volontariato in sanità su questo territorio – dice il dottor Mariano Sigismondi, direttore del Dipartimento di Prevenzione- occorrono per andare incontro alle necessità dell’utenza, aumentando l’adesione della popolazione allo screening. Oggi si sottolinea l’esigenza di creare una rete stabile per raggiungere obiettivi di salute, quella salute che è un diritto che passa attraverso la prevenzione: il suo innervarsi capillarmente nel territorio elimina il privilegio di pochi, poiché informa attraverso i canali più appropriati finalizzati a promuovere la nostra attività, canali che a volte sono quelli della vicinanza e del rapporto fiduciario con le vostre associazioni”.

“Lo scenario sanitario regionale e nazionale è profondamente cambiato negli ultimi anni e non solo in seguito alla crisi pandemica- ricorda il dott. Leonardo Boccuzzi, coordinatore Screening Asl Roma 6- in un’ottica riorganizzativa ci si è orientati verso un‘assistenza personalizzata che possa garantire appropriatezza e sicurezza delle cure ed umanizzazione intesa come il diritto ad una sanità rispettosa delle esigenze delle persone, caratterizzata da condivisione, partecipazione e coinvolgimento. Nella nostra azienda sono attivi, da anni, i Programmi di Prevenzione del tumore della mammella, del colon-retto e del cervicocarcinoma attraverso l’offerta attiva, gratuita e sistemica di un test di screening per la diagnosi precoce e/o preclinica della malattia. Il supporto delle associazioni è molto importante per arrivare in maniera capillare: voi avete un rapporto privilegiato con i cittadini e con le fragilità, con tutte quelle persone per cui è più difficile accedere alle informazioni e ai servizi”.  (www.dire.it)