Roma – E’ scomparso all’età di 84 anni, Gianni Minà giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Mercoledì 29 marzo, sarà allestita in Campidoglio, nella Sala della Protomoteca, la camera ardente con apertura dalle ore 10 alle ore 19 (si raccomanda l’utilizzo della mascherina FFP2).
Nato a Torino il 17 maggio 1938, Gianni Minà ha iniziato la sua carriera come giornalista sportivo nel 1959. Entrato alla Rai ha curato rubriche e servizi di musica e sport. Si è occupato poi di documentari e inchieste per numerosi programmi. Storiche le sue interviste a personaggi famosi come Fellini, De Niro, Cassius Clay, Diego Maradona, Martin Scorsese, Luis Sepulveda, Vittorio Gassman, e tanti altri. Nel 1987 Minà diventò famoso in tutto il mondo per un’intervista di sedici ore a Fidel Castro, il presidente cubano.
Minà fu editore e direttore della rivista letteraria Latinoamerica e tutti i sud del mondo dal 2000 al 2015: fu anche direttore della collana di Sperling & Kupfer Continente desaparecido, dedicata a realtà e autori latinoamericani. Pubblicò numerosi libri sull’America Latina.
Nel 2003 fu eletto nell’assemblea della SIAE e fece parte del comitato che ideò e realizzò Vivaverdi, la rivista degli autori italiani. Nel 2007 ricevette il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi.
Nel 2017 uscì il libro-intervista Così va il mondo, con Giuseppe De Marzo, dove Minà raccontò cinquant’anni di giornalismo con un’attenzione particolare ai diritti dei più deboli e a chi si ribella alle ingiustizie in Italia, negli Stati Uniti, in America latina, ovunque.
Nel 2020 pubblicò il libro autobiografico Storia di un boxeur latino, edito da Minimum fax.
Lascia la moglie Loredana e le sue tre figlie, Marianna (avuta dal precedente matrimonio), Francesca e Paola.