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Furto di computer alla Corte di Cassazione, fermato cubano trentenne

Roma – I Carabinieri della Stazione di Roma Macao hanno rintracciato un cittadino cubano di 30 anni, destinatario di un decreto di fermo della Procura della Repubblica di Roma, perché gravemente indiziato di aver rapinato due pc portatili e un portafoglio, lo scorso 21 aprile, all’interno della Corte Suprema di Cassazione. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma San Pietro hanno avviato articolate indagini anche di natura tecnico scientifica, con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Corte Suprema di Cassazione e il prezioso contributo della Sezione rilievi del Nucleo Investigativo di via In Selci e del RIS di Roma, immediatamente dopo la denuncia della vittima. I Carabinieri hanno raccolto gravi elementi indiziari a carico dell’uomo in ordine al fatto che lo stesso dopo aver fatto ingresso, senza autorizzazione, all’interno del Palazzaccio, dopo essersi introdotto in un ufficio in cui in quel momento non c’era nessuno, avrebbe sottratto due pc portatili, un paio di occhiali  e un portafoglio, riponendoli in uno zaino, adoperando poi violenza consistita nello spintonare la titolare dell’ufficio che nel frattempo aveva fatto ritorno, cogliendolo sul fatto e cercando, posizionandosi sulla porta, di non farlo uscire dalla stanza. Nel frattempo, l’uomo sorpreso nella stanza, mentre si giustificava proferendo parole sconclusionate, estraeva e restituiva quanto aveva poc’anzi asportato, riponendolo su una scrivania dell’ufficio. Dopo aver spinto violentemente la titolare dell’ufficio, si dava alla fuga uscendo poi velocemente dal Palazzo e facendo perdere le proprie tracce. L’individuazione fotografica fatta dalla vittima tra le persone con precedenti analoghi, le immagini estrapolate dai sistemi di sorveglianza della Cassazione, i risultati delle analisi delle impronte, hanno consentito ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma San Pietro di fornire alla Procura della Repubblica di Roma una serie di elementi indiziari tali da emettere, in meno di una settimana, un decreto di fermo del PM a carico dell’indagato. Sono stati predisposti appositi servizi di ricerca nei luoghi di maggiore afflusso turistico e distribuita a tutti i Carabinieri la foto dell’uomo che il 1° maggio, è stato riconosciuto, tra le migliaia di turisti che hanno invaso il centro storico di Roma, da una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Roma Macao, mentre passeggiava nei pressi della Fontana di Trevi ed è stato fermato. Condotto in carcere, il fermo è stato convalidato dal Gip del Tribunale di Roma.

Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato deve considerarsi innocente sino ad eventuale condanna definitiva.