ROMA – La protesta per il caro affitti partita da Milano arriva a Roma. Davanti a La Sapienza la notte scorsa alcuni studenti si sono accampati con delle tende. “Diritto alla Casa, Diritto allo Studio” recita il grande striscione che accompagna la protesta. E intanto l’Unione degli Universitari, il più grande sindacato studentesco italiano, lancia una mobilitazione nazionale in tutta Italia per denunciare la crisi abitativa e chiedere risposte dal Governo. Lo slogan è rappresentativo: senza casa, senza futuro.
“Siamo a fianco delle studentesse e degli studenti che in questi giorni manifestano contro il caro affitti con l’obiettivo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica le difficoltà di trovare per i fuorisede alloggi a prezzi accessibili”, dichiara in una nota la rettrice dell’Università Sapienza di Roma, Antonella Polimeni.
“Conosciamo bene le criticità- aggiunge Polimeni- e siamo coscienti delle problematiche che la crisi abitativa porta sul diritto allo studio, soprattutto tra le ragazze e i ragazzi con redditi più bassi. Per questo, sin dall’inizio del mio mandato, ho fatto quanto nelle mie possibilità per promuovere attività concrete per mitigare le difficoltà presenti: è stato istituito un fondo per finanziare contributi alloggio, sono in corso progetti di edilizia universitaria che metteranno a disposizione sul territorio romano, e in parte a Latina, oltre 400 posti alloggi già nei prossimi mesi. Queste misure si aggiungono a quanto l’Ateneo fa già in collaborazione con Lazio DiSCo, l’ente regionale per il diritto allo studio, per supportare gli studenti nella ricerca di alloggi attraverso convenzioni con strutture e agenzie affitto che vadano a garantire servizi di qualità, a costi calmierati. È questo l’auspicio anche per le nuove residenze universitarie che si realizzeranno con i fondi PNRR e che dovrebbero portare i posti letto da 40.000 a 105.000 sul territorio nazionale”. “Come già ho avuto modo di dire stamane anche agli studenti che stanno manifestando nella nostra Città Universitaria, bisogna lavorare insieme, anche tra enti ed istituzioni diverse, affinché questa non sia una sterile, seppur legittima, protesta ma diventi uno stimolo per tutti a fare meglio e più in fretta nella risoluzione di questa problematica”, conclude la rettrice.
Il sindacato studentesco chiede al Governo di confrontarsi con chi rappresenta le nuove generazioni, dal momento che il Next Generation EU dovrebbe migliorare proprio le loro condizioni. Gli obiettivi dell’iniziativa sono illustrati da Simone Agutoli che si occupa della questione abitativa per l’UDU: “Stiamo mandando una lettera alla ministra dell’Università e della Ricerca, in cui chiediamo un confronto e l’apertura di un tavolo per affrontare l’emergenza abitativa.
Chiediamo anzitutto di realizzare residenze universitarie che rientrino nel diritto allo studio, le uniche che possono garantire a tutti gli studenti di studiare, indifferentemente dalla loro situazione economica. Ma poi chiediamo anche di incrementare il fondo di sostegno ai fuorisede, per il quale la legge di bilancio ha previsto soltanto 4 milioni di euro. Una cifra evidentemente ridicola vista la colossale crisi abitativa e il caro affitti”.
L’Unione degli Universitari ha elaborato un articolato manifesto, composto da 10 proposte per affrontare la crisi abitativa. Alcune delle richieste sono dirette anche al Ministero delle Infrastrutture, come spiega sempre Agutoli: “Chiediamo di agire sulla leva fiscale e contrastare gli affitti in nero. Ad esempio, troviamo inaccettabile che si applichi la cedolare secca al 21% sui canoni liberi: perché bisogna applicare una tassazione agevolata a favore di coloro che fanno pagare una stanza mille euro? Bisogna invece rendere più appetibile il canone concordato. Altra richiesta fondamentale è il blocco dei rincari: come succede in Francia, Spagna o Germania serve individuare un limite più stringente per l’adeguamento annuale del canone, non è possibile che il canone possa crescere del 10% seguendo l’inflazione annua”.