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Grotte di Pietrasecca, il cuore della terra d’Abruzzo in quadro d’autore!

CARSOLI – Un viaggio nel sorprendente fascino della natura incontaminata nella terra forte e gentile dell’Abruzzo. La “Riserva Naturale “Grotte di Pietrasecca” è situata nel territorio del Comune di Carsoli in provincia dell’Aquila. È un’oasi di pace e natura tutta da scoprire.

La Riserva regala profonde emozioni, colori, sensazioni in ogni stagione dell’anno per un percorso entusiasmante destinato ad entrare nel cassetto dei ricordi indelebili ed esperienziali della vita.

La Riserva è stata istituita nel 1992. Le grotte sono inserite tra i siti di interesse comunitario della Regione Abruzzo.

Alla multidisciplinarità della ricerca scientifica condotta, si aggiunge un’altra voce: il monitoraggio ambientale, affidato ad associazioni ed istituti direttamente incaricati dal Comune di Carsoli, gestore della Riserva.

Di spiccato interesse idrogeologico è la Grotta dell’Ovito, inghiottitoio naturale che raccoglie le acque del bacino omonimo per restituirle dopo circa 1.300 m come sorgente.
La storia del bacino e il suo destino sono ancora oggetto di studio da parte dei ricercatori. Esperti affermano che qualunque sia stata l’evoluzione del bacino, il punto di deflusso delle acque sarebbe rimasto sempre fermo nella zona di Vena Cionca, salvo un arretramento (ed eventuale sdoppiamento) della testa di questa valle lungo la quale si nota anche un piccolo canyon nei calcari, sotto il ponte della statale Tiburtina (Germani).

La presenza di un inghiottitoio all’interno della Grotta dell’Ovito (Sala dell’Osso) farebbe pensare ad un’evoluzione ancora in atto e alla preparazione di un nuovo spostamento degli inghiottitoi verso sud. All’inghiottitoio si arriva in 15 minuti percorrendo a piedi un sentiero lungo il torrente.

Quanto alla Grotta Grande del Cervo, va ricordato che fu scoperta dal Gruppo Speleologico CAI di Roma, nel marzo del 1984. In pratica, a nord dell’abitato di Pietrasecca, gli speleologi scavarono fino all’apertura di un cunicolo dalla sommità dellafrana, oltre il quale si apriva l’antico inghiottitoio chiamato, originariamente, Ovito dei 14 (dal numero dei partecipanti alla prima entusiasmante esplorazione).

Il nome attuale deriva invece dai ritrovamenti ossei nella Sala degli Antenati, databili nel periodo pleistocenico (60000-50000 a.C). Inoltre, sono state ritrovate monete di epoca romana tardoimperiale (IV – V sec. d.C) ed una moneta del XV sec. d.C.

All’interno della riserva sono vietati azioni e interventi che potrebbero alterare le caratteristiche naturali dell’area, danneggiare o turbare le specie animali e vegetali.

Nell’area protetta e sui rilievi montuosi della zona ci sono vasti boschi misti con carpino, orniello, cerro e nocciolo sovrastati da faggete che
ricoprono le vaste montagne. Nella riserva fioriscono, tra le altre, l’anemone apennina, il ranuncolino muschiato, la saxifraga rotundifolia.

L’accoglienza è strutturata in apposita reception situata nella Riserva stessa che, inoltre, è dotata anche di un amplissimo parcheggio, spazi verdi, percorsi suggestivi per intrattenimento anche per chi non entra in grotta.

 La sede del Centro di Educazione Ambientale si trova presso la scuola elementare in Piazza del Popolo a Pietrasecca ed è dotata di particolari attrezzature: sale didattiche per briefing, lezioni ed approfondimenti e tour virtuali guidati di grande effetto.