Roma – I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a conclusione di attività d’indagine, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica capitolina nei confronti del cittadino ecuadoregno M.M.E.D., classe 1995, gravemente indiziato di violenza sessuale aggravata e continuata e di diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti.
Le indagini sono scaturite dalla denuncia della vittima, una ventenne di origini sudamericane, che M.M.E.D., in almeno due distinte occasioni, dopo averle somministrato ripetutamente sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti all’interno di locali pubblici della Capitale, approfittando del suo stato di incoscienza, l’avrebbe sottoposta a reiterati atti sessuali contro la sua volontà, riprendendo nel contempo tali violenze con il suo cellulare.
I Carabinieri di via in Selci, durante le fasi investigative, delineavano il quadro probatorio a supporto della tesi accusatoria acquisendo i filmati de quo e le dichiarazioni testimoniali degli amici della vittima, riuscendo a identificare l’autore delle violenze.
Dopo averlo individuato, l’indagato veniva sottoposto ad una perquisizione domiciliare che consentiva il rinvenimento di alcuni grammi di sostanza stupefacente, di un bilancino di precisione e di vari supporti informatici il cui contenuto sarà esaminato al fine di verificare l’eventuale presenza di ulteriori filmati e scongiurare l’esistenza di altre vittime.
Il soggetto gravemente indiziato del delitto, che dopo le formalità di rito è stato tradotto presso la casa circondariale di Regina Coeli, era già noto ai militari dell’Arma in quanto il 3 agosto scorso era stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Roma Cinecittà, unitamente ad un cittadino peruviano, poiché trovato in possesso di 440 grammi di cocaina suddivisa in 49 ovuli.
È doveroso precisare che il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e che la persona indagata deve ritenersi presunto innocente fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.