La Sora Lella forse esclamerebbe “Ah, annamo bene!” sapendo che il viale che porta il suo nome in zona Nomentana non è poi così lontano da viale Kant o viale Marx. Magia e fascino della toponomastica capitolina, che celebra attraverso i nomi di vie, piazze e parchi alcune donne eccezionali che si sono distinte per i loro meriti nei più disparati campi in cui hanno operato.
Partiamo proprio dalle romane, perché a fare compagnia all’indimenticabile nonna di “Bianco, rosso e Verdone”, al secolo Elena Fabrizi, non mancano celebrità come Gabriella Ferri e Anna Magnani. Per lei già nel 1974 venne deliberata l’intitolazione di una strada in zona Parioli, in deroga alla disposizione normativa che impone un’attesa di dieci anni dalla morte.
Professioniste e pioniere
Tra le personalità femminili che danno nome alle strade di Roma la maggior parte appartiene al settore dello spettacolo, della letteratura, e numerose sono anche le figure mitologiche e religiose, con sante, madonne e benefattrici.
Ma non mancano figure, forse meno note, ma apripista per l’ingresso delle donne in alcune categorie professionali. Come Emma Strada, la prima donna in Italia a laurearsi in ingegneria il 5 settembre del 1908. La commissione di laurea fu indecisa all’epoca sul titolo da attribuirle, “ingegnere” o “ingegneressa”. Alla fine a prevalere fu il tradizionale termine al maschile e in sua memoria è intitolata una via nel quartiere Ostiense.
Per restare nell’ambito delle professioniste, all’interno di Villa Pamphilj troviamo anche viale Plautilla Bricci, architettrice e pittrice, una pioniera, prima donna nel Seicento ad affermarsi nell’architettura. Tra le sue opere, la storica villa del Vascello in via di San Pancrazio. La sua non è un’intitolazione isolata in quell’area, perché in larga parte i viali di Villa Pamphilj portano nomi femminili, come Maria Callas, Vittoria Nenni, che lottò con la Resistenza e morì ad Auschwitz, o Largo Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006, e ancora le sorelle Brontë, Miriam Mafai, Oriana Fallaci e Simone Signoret.
Mentre all’interno di Villa Celimontana troviamo un’altra precursora, Rosina Ferrario la prima aviatrice italiana, e l’ottava al mondo, ad ottenere nel 1913 il brevetto di pilota d’aerei.
Politiche e partigiane
Un particolare riconoscimento va poi alle donne impegnate nel mondo politico e sindacale. A Villa Celimontana il viale di ingresso è dedicato a Nilde Iotti, prima presidente donna della Camera dei Deputati.
Nel 2015, ad esempio, l’intero percorso ciclopedonale Monte Mario – Monte Ciocci è stato dedicato alle madri costituenti: Maria Maddalena Rossi, Elettra Pollastrini, Rita Montagnana, Angelina Merlin, Laura Bianchini, Teresa Noce, Bianca Bianchi. Ricordiamo che le donne in Italia ottennero il diritto di voto solo nel 1946 e che 21 donne entrarono a far parte dell’Assemblea Costituente e diedero un contributo attivo nell’elaborazione della Carta costituzionale. Il largo intitolato a tutte le “Donne della Costituente 1946” si trova all’interno di parco Nemorense.
Mentre le denominazioni del percorso ciclopedonale di Ponte Milvio sono dedicate ad alcune partigiane: Laura Garroni, Egle Gualdi, Adele Maria Jemolo, Laura Lombardo Radice, Marisa Musu, Adele Bei e Mariateresa Regard.
Risale invece agli Settanta l’assegnazione a molte strade di Casalotti, Selva Candida e intorno a via Selva Nera di toponimi di combattenti per la Resistenza, da Irma Bandiera, a Gabriella degli Esposti a Cecilia Deganutti.
Scienziate e imprenditrici
Molto più recente è l’istituzione di un nuovo gruppo toponomastico, quello delle Donne della scienza, con nomi del calibro di Rita Levi Montalcini, Marie Curie, Nora Federici, Mary Montagu e Maria Goeppert Mayer.
Sparse in diverse zone della città troviamo anche le imprenditrici della moda, da via Luisa Spagnoli ad Ottavia, a via Zoe Fontana a Settecamini, al giardino Fernanda Gattinoni a Gianicolense, fino a viale Marisa Bellisario, prima grande donna manager italiana, in zona via Prenestina Torre Spaccata.
Oltre il gap di genere
La toponomastica restituisce una formidabile fotografia della storia, della tradizione e della cultura dei luoghi. Inevitabile, quindi, la presenza di un divario di genere accumulato nel corso dei secoli, che negli ultimi anni si sta cercando di colmare.
L’Ufficio toponomastica di Roma Capitale svolge un imponente lavoro di ricerca proprio, ispirando la propria attività al principio della parità di genere.
La Commissione Consultiva Toponomastica – che ha il compito di proporre alla Giunta Capitolina i nomi da attribuire alle aree in attesa di denominazione ed esprime pareri sui nomi di personaggi cui intitolare le strade – ha adottato da anni come impegno prioritario quello di ridurre il gap tra toponimi maschili e femminili.
Un proposito che è stato ribadito anche dalla Giunta Capitolina con la Memoria approvata il 25 febbraio 2022 che afferma il principio di equa rappresentanza di genere e si impegna a coinvolgere i Municipi per individuare aree di circolazione da denominare al femminile.