Roma – Associare l’albero esclusivamente al bosco o alla foresta ci fa dimenticare il ruolo chiave che gli alberi svolgono nelle città, dove troppo spesso sono visti come un ostacolo o un pericolo. Considerato che entro il 2050 oltre l’80% dei cittadini europei vivrà in aree urbane, è fondamentale capire perché gli alberi sono vitali.
“Roma è una città ricca di verde – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – dove gli alberi caratterizzano alcuni degli scorci più noti e rendono uniche importanti aree naturali. La Capitale necessita di risorse dedicate alla cura di questo straordinario patrimonio, garantendo indirizzi chiari e pertinenti ai fini della manutenzione del verde, evitando potature invasive che spesso hanno compromesso la stabilità degli alberi. Occorre una programmazione vivaistica – ed il rilancio della stessa – che permetta di procedere alla messa a dimora di nuovi individui o che consenta la sostituzione di piante cadute o malate. E’ però fondamentale guardare agli alberi con un nuovo approccio, che non si limiti a considerarli esclusivamente in termini produttivi ma in ragione del più ampio valore che assumono negli ambienti che popolano, dell’irrinunciabile aiuto che garantiscono al tempo dei cambiamenti climatici.”
Per produrre ossigeno, gli alberi assorbono la CO2 e fino ad un quarto del particolato atmosferico emesso dalle attività antropiche (traffico veicolare, riscaldamento, emissioni industriali), rendendo così più pura l’aria che respiriamo quotidianamente in città. Gli alberi filtrano anche l’acqua, riducendo la diffusione degli inquinanti urbani in suolo e nei corsi d’acqua. Inoltre, le chiome degli alberi assorbono quasi la metà dell’acqua piovana, mentre le radici aumentano la permeabilità del suolo rispetto ad una superficie cementificata o asfaltata, facilitando così la penetrazione dell’acqua e riducendo il rischio di allagamenti o inondazioni.
Le chiome degli alberi sono in grado di assorbire anche le onde acustiche, fungendo da barriere fonoassorbenti e riducendo il rumore delle città che sempre più spesso raggiunge livelli ritenuti nocivi. L’ombra degli alberi, inoltre, abbassa localmente la temperatura di diversi gradi: questo consente di ridurre sia i consumi di aria condizionata che la mortalità estiva dovuta al fenomeno delle isole di calore.
Ecco perché il WWF sostiene la regola del “3-30-300”: 3 alberi visibili da ogni abitazione, 30% di copertura arborea in ogni quartiere e uno spazio verde a non più di 300 metri da casa.
SERVIZI ECOSISTEMICI. Secondo diversi studi, le persone che vivono in città con più spazi alberati hanno uno stile di vita più sano, svolgono più camminate e in generale più attività fisica, con conseguente calo della probabilità di essere in sovrappeso fino del 40%. Gli alberi stimolano anche la creatività e riducono lo stress, migliorano l’umore e trasmettono sensazione di pace e benessere. Infine, ma non meno importante, forniscono habitat e sostanze nutritive a molteplici specie di animali, quali gli insetti e gli uccelli.
Se per noi tutti questi preziosi servizi sono gratuiti, in realtà hanno un valore anche economico: ad esempio, il valore di mercato delle abitazioni presso un’area alberata è superiore anche del 5%.
Oltre ad una adeguata gestione degli alberi funzionale ad evitare l’abbattimento dovuto a cattiva manutenzione come troppo spesso ancora accade, è importante aggiungerne di nuovi: anche le Strategie UE “forestale” e “per la biodiversità” al 2030 ora obbligano a rendere le città più verdi.
La scelta delle specie arborea da impiegare è importante perché non tutte si adattano bene a contesti inquinati e con scarsa disponibilità idrica e di volume di suolo quali quelli urbani. Le specie da utilizzare – meglio se molteplici piuttosto che una sola – vanno selezionate in base al sito di impianto, alle condizioni climatiche, ad alcune caratteristiche anatomiche (stabilità dei rami, invasività delle radici) e al ruolo che dovranno svolgere: alcune sono più adatte contro l’inquinamento, altre per fare ombra, altre a scopo ornamentale e così via.