ROMA – I Carabinieri della Stazione di Roma Viale Eritrea hanno arrestato due giovani di 22 e 18 anni originari della provincia di Napoli, gravemente indiziati del reato di estorsione ai danni di un’anziana 80enne residente nel quartiere “Trieste”.
Nello specifico, il pomeriggio del 27 novembre, la vittima è stata contattata telefonicamente da un uomo che, spacciandosi per il nipote, ha riferito di essere affetto da COVID e quindi impossibilitato ad andare all’ufficio postale per sbloccare un pacco postale che gli era arrivato e che c’era da pagare direttamente al direttore. L’anziana, frequentatrice di uno dei vari incontri organizzati dai Carabinieri presso le parrocchie e centri anziani del quartiere, nel corso dei quali aveva anche ricevuto l’opuscolo informativo con tutti i consigli e i numeri utili da contattare in caso di pericolo, si è insospettita ed ha immediatamente chiamato i Carabinieri della Stazione di Roma Viale Eritrea. I Carabinieri raccolti tutti gli elementi utili dall’anziana, le hanno consigliato di reggere il gioco dei malintenzionati e nel frattempo si sono organizzati per sorprenderli in flagranza. Nel momento in cui uno degli indagati si è recato all’interno dell’abitazione e mentre stava ricevendo un sacchetto con diversi gioielli e la somma contante di 550 euro, i militari, appostati d’accordo con l’anziana, sono intervenuti e hanno bloccato l’uomo. All’interno di un’auto risultata poi noleggiata, fuori dal portone dello stabile, è stato fermato anche il complice.
La perquisizione ha permesso ai militari di rinvenire e sequestrare tre telefoni cellulari e un’agenda.
Secondo gli elementi indiziari raccolti, i due giovani, poco prima, avrebbero chiesto la somma di 4.400 euro per la consegna del fantomatico pacco postale, offrendosi anche eventualmente di accompagnare l’anziana all’ATM più vicino per prelevare altro denaro contante.
I due arrestati sono stati condotti presso il carcere di Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui l’indagato è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva.