Pratola peligna – In un clima di grande emozione è’ stata rinnovata ieri sera, la tradizione di Santa Lucia, con l’accensione del fuoco, con la rievocazione della storia del martirio della Santa a cui vennero strappati gli occhi. Messa al rogo, da qui l’accensione del fuoco, santa Lucia restò viva e per questo venne decapitata. Era il 13 dicembre del 304. A perseguitare la santa, originaria di Siracusa, furono i romani all’epoca dell’imperatore Diocleziano. A Bagnaturo di Pratola, , concluso il rito del fuoco, si è soliti intrattenersi in conviviale. Invece a Pratola, seguendo l’antico rituale, dopo l’accensione del fuoco e la breve narrazione della vita e del martirio di S.Lucia, lo spettacolo è stato arricchito dai fuochi d’artificio. Un tempo ogni rione della cittadina peligna accendeva un suo fuoco, avviando una sorta di “gara” tra i vari rioni.
Il “fuoco di Santa Lucia” a Pratola è stato magistralmente organizzato dal Comitato festeggiamenti Arciconfraternita della Ss. Trinità.