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Tivoli, ultrasettantenne uccide la moglie: tradotto in carcere

Tivoli –  Il GIP presso il Tribunale di Tivoli ha accolto la richiesta di custodia in
carcere presentata dalla Procura di Tivoli nei confronti di C.G., di anni 73, gravemente indiziato del
delitto di omicidio aggravato ai danni della moglie D.R., di anni 71, fermato in data 2/1/24 con decreto
emesso dalla Procura di Tivoli.
Si è tenuta in data odierna l’udienza di convalida davanti al GIP nel corso della quale l’indagato si è
avvalso della facoltà di non rispondere come già fatto il giorno precedente nell’interrogatorio davanti
al Pubblico Ministero.
All’esito dell’udienza il GIP ha emesso ordinanza di applicazione della custodia in carcere nei
confronti dell’uomo, non convalidando il provvedimento precautelare non riconoscendo la
sussistenza del pericolo di fuga.
Il GIP ha accolto in pieno l’impostazione della Procura, sia quanto all’imputazione provvisoria di
omicidio aggravato (da ritenersi allo stato ipotizzabile come femminicidio per tale intendendo
l’uccisione di una donna commessa per motivi di genere), sia quanto alla ricostruzione del grave
quadro indiziario.
PREMETTE IL GIP che “In sede di interrogatorio, l’indagato ha affermato di non ricordare nulla,
neppure i suoi dati anagrafici, sostenendo di avere un forte mal di testa e di non essere neppure in
grado di firmare il verbale, che poi, invece, firmava senza alcuna incertezza o difficoltà, su
sollecitazione del Difensore. Appare evidente, sulla scorta degli elementi sopra compendiati, la totale
falsità della ricostruzione dei fatti fornita nell’immediatezza ai sanitari e alla PG da C.G., siccome
del tutto incompatibile con le ferite presenti su tutto il corpo della povera D., oltre che smentita
dalle dichiarazioni rese da [OMISSIS]”.
SUI GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA NEL CONFRONTI DELL’INDAGATO scrive il GIP
che “in attesa del definitivo chiarimento dei fatti, all’esito degli accertamenti in corso di esecuzione
[OMISSIS]… il compendio indiziario … si connota, dunque, per una tranquillante convergenza di
significativi elementi a carico del prevenuto, unica persona presente in casa il giorno del decesso di
D.R. …”; il personale medico “ha ribadito la certa incompatibilità delle ferite lacero contuse
riscontrate sul cranio della povera vittima e su tutte le parti del corpo – ecchimosi a ridosso delle
mani, delle gambe, al tronco e agli arti superiori, con segni addirittura riconducibili a morsi
provocati da una persona – con la caduta …”, per cui “appare evidente … la totale falsità della
ricostruzione dei fatti fornita nell’immediatezza ai sanitari e alla P.G. da C.G.”. Inoltre, “…i rilievi
tecnici all’interno dell’abitazione della vittima … consentivano di repertare tracce ematiche di varia
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TIVOLI
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altezza sul lato esterno della porta di ingresso, altre su un pezzo di legno trovato all’esterno, altre
ancora su un tubo metallico rinvenuto in cucina, su una padella posta nel corridoio e sul frigorifero
[OMISSIS]… ”
IL GIP DESCRIVE LA PERSONALITA’ INQUIETANTE DELL’INDAGATO, descritto come
“uomo dispotico e, a volte, violento” e che “…viveva in una condizione di totale isolamento dal resto
del mondo, litigando spesso con la moglie, cui vietava di uscire di casa …”; inoltre, “all’odierna
udienza l’indagato non è apparso affatto confuso o agitato, ma solo chiuso in un volontario silenzio,
determinato a non collaborare in alcun modo con la Autorità. Emblematico, in tal senso, l’iniziale
rifiuto di firmare il verbale per una lamentata incapacità, subito superata su richiesta del difensore,
mentre risulta dagli atti che il 3 gennaio scorso, alla presenza del PM venuto ad interrogarlo, C.
declinava le proprie generalità, dichiarando di non voler rispondere alle domande sul fatto
contestatogli”.
IL GIP, INFINE, SPIEGA che la misura cautelare di massimo rigore era giustificata dalla particolare
pericolosità dell’indagato “… in ragione delle specifiche modalità e circostanze dei fatti … indicativi
di una preoccupante capacità ad azioni di feroce e reiterata violenza del C. e del conseguente
concreto pericolo che questi, per futili motivi, possa commettere altri gravi delitti della stessa specie
di quello per cui si procede”.
IL GIP SI ESPRIME SULLA PROSPETTATA INCAPACITA’ DI INTENDERE E DI VOLERE
DELL’INDAGATO: “Quanto alla condizione psicologica del CAMILLI, sarà cura del PM
procedere agli approfondimenti chiesti dalla Difesa, che ha prodotto una certificazione dell’Ospedale
Sant’Andrea, risalente al 7.10.2020, che diagnostica una stenosi carotidea preocclusiva asintomatica
sofferta dall’indagato, patologia che non sembra, di per sé, rilevante al fine di stabilire la capacità
di intendere e volere di CAMILLI Giulio, così come la presunta “psicosi”, curata da [OMISSIS] senza
alcun accertamento specifico.’
In queste prime fasi, ferma restando la presunzione d’innocenza, si delinea un grave quadro di
violenza domestica culminato nella morte della donna, in assenza di qualsivoglia denuncia o
segnalazione alle forze dell’ordine, pur in presenza di evidenti fattori di rischio che saranno
ulteriormente approfonditi delineandosi il quadro indiziario di un femminicidio.
Sono tuttora in corso le indagini, svolte con grande professionalità e rapidità dai Carabinieri della
Compagnia di Bracciano per la ricostruzione completa dei fatti, anche con approfondimenti tecnici;
inoltre, sono in corso gli accertamenti medico-legali sul corpo della vittima, così come è stata
tempestivamente attivata dalla Procura di Tivoli la rete sociale per acquisire tutte le informazioni utili
per verificare se vi fossero segnali o fattori di rischio tali da consentire di prevenire il femminicidio.