Redazione- Agguati e duelli, agnizioni e cavalierati, epidemie di peste nera, pergamene segrete, padri crudeli e giovani innamorati infelici, badesse inquiete e abati misteriosi. Il Medioevo della “Milites Regis” è una cavalcata nel piacere puro, quasi fanciullesco, in un periodo storico considerato da molti “buio” erroneamente. Invece, il Medio Evo deve essere valutato come un periodo di passaggio tra l’Antichità e la Modernità: passaggio significa soprattutto sviluppo e progresso. Nel Medio Evo progressi straordinari ci sono stati in tutti i campi, con i mulini a vento e ad acqua, l’aratro di ferro, la rotazione delle culture da biennale a triennale. Ma non c’è nessuna rottura fondamentale tra Medioevo e Rinascimento, tra il 14esimo e il 17esimo secolo. Ci sono cambiamenti che non modificano in modo sostanziale la natura della vita dell’umanità. L’economia resta rurale, ciclicamente caratterizzata da carestie. Non solo progressi materiali ed intellettuali, ma anche sociali. Nel Medioevo, infatti, per la prima volta la donna acquisì l’uguaglianza sociale: «Io ritengo», scrisse Le Goff nel 2006, «che l’idea che la donna sia uguale all’uomo abbia determinato la concezione cristiana della donna e abbia influenzato la visione e l’atteggiamento della Chiesa medievale nei suoi confronti».I secoli bui non sono mai esistiti, semmai ci sono state innovazioni nel Medioevo che hanno irradiato il Rinascimento e l’Illuminismo e ci sono stati momenti crudeli, non certo peggiori della ghigliottina e dei massacri degli ottocenteschi rivoluzionari francesi. L’Associazione Culturale “Milites Regis”, attraverso le sue Rappresentazioni Realistiche , cerca e con successo di rivalutare Questa Età Di Mezzo con un coinvolgimento di un pubblico sempre più ampio che non è semplice spettatore, ma che diventa, esso stesso, protagonista delle vicende proposte. Vengono così riscoperti i costumi, i cibi, le usanze ed i mestieri che caratterizzarono l’antica età medievale e dulcis in fundo, I Duelli. Il duello, quale mezzo di riparazione di ingiurie, era sconosciuto nell’antichità, se non per trarre auspicio, una pratica che veniva utilizzata soprattutto dai Germani: essi erano usi, infatti, rapire un soldato di un popolo nemico prima di una battaglia e farlo sfidare da un loro combattente, cercando di prevedere l’andamento dello scontro dall’esito del duello.Il combattimento giudiziario, altrimenti chiamato processo per combattimento, ovvero la pratica di risolvere i contenziosi legali attraverso una sfida all’ultimo sangue, trovava invece larga applicazione in un numero di popolazioni germaniche, tanto che se ne trova applicazione nei sistemi di leggi di Franchi, Turingi, Frisoni, Sassoni e Longobardi. La veloce diffusione del duello giudiziario era favorita dal carattere combattivo di quei popoli che, peraltro, venendo in contatto con gli insegnamenti del Cristianesimo, si rafforzarono nella loro istituzione, anziché abbandonarla. Infatti, se era vero, come ammaestrava la nuova religione, che Dio fosse la verità e la giustizia stesse, Egli non avrebbe potuto permettere che nel duello prevalesse l’ingiusto. La fioritura dei Comuni nell’XI e nel XII secolo nel nord Italia portarono la situazione economica a essere meglio gestita attraverso le vie giudiziarie ordinarie, grazie alla ramificata amministrazione che veniva fatta dai podestà e dai sindaci.Il passaggio dal duello come mezzo di risoluzione delle controversie al mezzo di difesa dell’onore si ebbe nel XV secolo, in cui si stabilì l’usanza, tutta aristocratica, di chiedere al re l’autorizzazione a combattere in campo chiuso a fronte di un’offesa ricevuta. Il re, che assisteva al combattimento, poteva interromperlo in qualunque momento, gettando lo scettro tra i combattenti. La superstizione ancorata alla presenza del giudizio di Dio, tale quindi da assicurare la vittoria al giusto e la punizione all’ingiusto, non venne abbandonata, ma il combattimento assunse certamente più un carattere di guerra privata, per motivi più personali che di persecuzione legale. Grazie alla “Milites Regis”, abbiamo cominciato a riscoprire un Mondo ,Quello Medioevale, Splendido e Affascinante. Ci sarebbe ancora tanto da dire e da analizzare, ma per il momento ci fermiamo qui con il proposito di continuare, man mano, questo Viaggio insieme a Loro continuandoli a seguire con Passione e Attenzione. Ringraziamo quindi:
- Il Presidente: Leoni Alessandro;
- Vice Presidente: Leoni Sabrina;
- Cassiere : Maria Rosaria Speranza;
- Presidente Onorario: Leoni Federico;
- Soci Fondatori : Emanuela Ferrara, Luca Pulcini, Furia Marco, Pierluigi Pulcini;
- Consigliere: Lorenzo Maggi;
- Soci: Ambra Bellia, Giovanni Sabellico, Erika Celi, Ivano di Serafino, Filippo Maria Triccoli, Cesare Bernabucci, Nunzia Rella.
(m.m.)