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Il Vinòforum conquista Roma, attesa per la 21esima edizione al Circo Massimo

Roma – È stato il re Numa Pompilio nel VII secolo avanti Cristo a mettere a dimora la prima vite di Roma, piantata nell’area del Foro insieme a un albero di fico e uno di olivo. Il vino da sempre è parte integrante della storia della Capitale e quest’anno viene celebrato nel cuore della città con la kermesse ‘Vinòforum’, giunta alla sua 21esima edizione, in programma al Circo Massimo dal 17 al 23 giugno.
La location è stata annunciata nel corso della conferenza stampa che si è svolta al Garum, Biblioteca e Museo della Cucina di Via dei Cerchi, da Emiliano De Venuti, organizzatore dell’evento: “Spalancheremo le porte al turismo, per una settimana metteremo visitatori, cittadini e operatori del settore a stretto contatto con le migliori realtà produttive del territorio. Il Lazio deve diventare un hub strategico per un comparto che solo a Roma conta oltre 40mila imprese tra agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione”, ha detto De Venuti.

“LA MIGLIORE VETRINA PER UNA MANIFESTAZIONE DIVENTATA IMPORTANTE”

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche gli assessori all’Agricoltura del Comune di Roma e della Regione Lazio, rispettivamente Sabrina Alfonsi e Giancarlo Righini, il commissario straordinario di Arsial, Massimiliano Raffa, il sommelier Alessandro Scorsone, il presidente della fondazione Banfi, Rodolfo Maralli, e il docente di Antropologia del Gusto all’Università di Tor Vergata, Ernesto Di Renzo.
“Il ‘Vinòforum’ è una manifestazione che compie 20 anni, è la pià grande del Centro-Sud Italia ed è giusto che si svolgesse nella migliore vetrina di Roma”, ha detto Alfonsi, che ha ricordato anche il legame stretto tra la città e il vino, di cui “la storia della città è intrisa. Siamo convinti che questa edizione sia un momento per rilanciare i doc del nostro territorio”.
Anche Righini ha sottolineato che “ci tenevamo ad avere un ruolo più attivo in questa manifestazione di successo. Dobbiamo e vogliamo valorizzare i 37 vitigni autoctoni che ci sono nelle cinque province del Lazio. La Regione è dalla parte delle proprie aziende, che stanno dando segnali di vivacità da intercettare. Per questo all’Arsial abbiamo messo un manager, riteniamo infatti che l’azienda per anni è stata vista solo come un luogo dove parcheggiare qualcuno”. L’assessore, inoltre, si è detto “sicuro” che “nei prossimi anni la nostra presenza sarà più importante. Abbiamo stanziato 300 milioni di euro per il primo insediamento di nuovi agricoltori e spero che tra loro ci siano anche nuovi vignaioli”. (www.dire.it)