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Al Museo Carlo Bilotti di Roma la mostra di Danilo Quintarelli “La pelle del tempo”

Roma – Il Museo Carlo Bilotti ospita dal 7 marzo fino al 21 aprile 2024 la mostra di Danilo Quintarelli “La pelle del tempo”, a cura di Andrea Guastella, che ripercorre l’identità e le trasformazioni dell’Aranciera di Villa Borghese, sede del Museo Carlo Bilotti.

Le numerose trasformazioni subite dal palazzo nel corso dei secoli sono qui rievocate da una serie di dipinti che ricalcano le sovrapposizioni delle superfici murarie, la “pelle” della struttura architettonica, e da un video realizzato a quattro mani dall’autore col videoartista Andrea Maioli (Kanaka Studio), sulla base di alcune foto di Quintarelli.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall’Associazione Aurea Phoenix APS. Supporto organizzativo e servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Danilo Quintarelli, nella sua ricerca sulle evoluzioni dell’Aranciera di Villa Borghese, ha deciso di concentrarsi, più che sulle strutture imponenti, sulle stratificazioni di intonaco dei muri: sono proprio queste ultime La pelle del tempo, la memoria concreta dei trascorsi dell’edificio, dai fasti del passato alle macerie della guerra. Questo stato di rinnovamento continuo si legge in controluce nei dipinti dell’artista, lavori informali in cui l’astrazione delle linee e il dominio del colore alludono a un’altra dimensione, a una componente “primordiale”. Non a caso, gli ambienti che maggiormente hanno suggestionato Quintarelli sono i sotterranei del palazzo, una zona non aperta alle visite che ha subìto pochissime modifiche e quindi mostra, sulle sue solide pietre, un’energia nativa. Polverosi, ruvidi, graffiati – la dominante rossa rimanda a sangue rappreso – i colori sovrapposti del pittore sono altrettanti rimandi alla dimensione materica, inviti a uno scavo fisico e interiore; un approfondimento che, nel video realizzato in collaborazione col videoartista Andrea Maioli (Kanaka Studio), diventa ariosa proiezione nel futuro: lo spazio si converte in tempo, superando ogni costrutto artificiale. Del resto, come sosteneva Didi-Hubermann nel suo commento a Il capolavoro sconosciuto di Balzac, l’arte, per guadagnare un ‘corpo’, dovrà fregiarsi ‘della virtù interstiziale della pelle’. Dovrà mutarsi in superficie ‘viva, porosa, irrigata, calda’. Dovrà essere consistente e liquida, mutevole e sfrangiata. Dovrà celare, nell’abisso dell’Informe, la levità dell’Assoluto”.

 

Il catalogo della mostra, edito da Aurea Phoenix Edizioni con testi di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, Andrea Guastella e Danilo Quintarelli, verrà pubblicato a conclusione dell’esposizione.

 

Danilo Quintarelli_ foto per gentile concessione di Ilaria Giustilli

Danilo Quintarelli nasce ad Avellino nel 1989. Il suo primo approccio all’arte avviene in età scolare tramite il writing; parallelamente si appassiona alla fotografia, interesse che lo porterà poi a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si diploma nel 2015. Durante gli anni di studio approfondisce tematiche e autori che condizioneranno il suo lavoro: il rapporto dei surrealisti con l’irrazionale, il cinema “istintuale” di David Lynch, la ricerca notturna di Antoine D’Agata e Francis Bacon e la religiosa astrazione di Mark Rothko. Espone per la prima volta le sue foto nel 2014 in occasione del Festival Internazionale di Arti Digitali “Flussi Media” di Avellino. Nel 2017, sempre ad Avellino, partecipa alla collettiva Dialoghi presso il centro culturale “L’Approdo”. Nel 2019 la sua prima personale, Dietro lo Specchio, presso lo spazio “Naima, La libreria di Ludovico” di Montemiletto (AV). Allontanandosi gradualmente dalla fotografia, si concentra sulla pittura, intesa come tramite di comunicazioni inconsce. Nel 2021 si trasferisce a Roma, dove la sua ricerca pittorica continua. Nel 2022 partecipa a Palermo alla collettiva Ex Voto – artisti per Santa Rosalia, a cura di Andrea Guastella, e nel 2023 espone a Roma presso la galleria-laboratorio “ArtSharing” con la mostra Morfogenesi, a cura di Penelope Filacchione.