“Tenga il resto” è il progetto che promuove le buone pratiche di recuperare il cibo non consumato per combattere lo spreco alimentare.
L’iniziativa, promossa dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti e resa possibile grazie al supporto di CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, è stata presentata in Campidoglio. Ad essa hanno aderito la Federazione Pubblici Esercizi di Roma e Provincia (Fipe Confcommercio), la Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici di Roma e Lazio (Fiepet-Confesercenti) e Slow Food con l’obiettivo di coinvolgere la rete dei ristoranti di Roma nelle azioni volte a ridurre lo spreco alimentare.
Il cuore del progetto è la distribuzione ai ristoranti di una speciale vaschetta in alluminio, con la quale i clienti possono portare a casa il cibo non consumato, prevenendone lo spreco.
CIAL ha contribuito al progetto con una donazione a Roma Capitale di 300.000 vaschette in alluminio per un totale di 1.500 kit composti da 200 vaschette, 100 buste per la consegna del contenitore ai clienti e materiale informativo per dare evidenza dell’adesione del ristorante a “Tenga il resto”. Il Consorzio, inoltre, predisporrà un portale dedicato che consentirà, in una prima fase, l’adesione al progetto di 100 ristoranti che potranno registrarsi e fare richiesta dei kit.
L’alluminio è infatti riciclabile al 100%, tanto che la vaschetta, dopo più utilizzi, se correttamente conferita nella raccolta differenziata, può rinascere e trasformarsi per infinite volte in tanti oggetti di uso comune. È inoltre il materiale che più di qualunque altro offre un’eccellente barriera alla luce, ai batteri, all’aria, ossigeno e al vapore. Va da sé che, quando è utilizzato come packaging alimentare, si rivela molto utile per la conservazione del prodotto contenuto, minimizzando di conseguenza la produzione di rifiuto organico.
Secondo alcune stime, un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo destinati al consumo umano, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, è perso o sprecato. È stato calcolato che i rifiuti alimentari prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento nell’Unione per l’anno 2021 sono stati 130 kg per abitante, pari a circa 1 kg di rifiuti alimentari pro capite ogni tre giorni. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il cibo sprecato in Europa, potrebbe nutrire 200 milioni di persone.
Con l’introduzione del Green Deal europeo nel dicembre 2019, l’Unione Europea ha ribadito il proprio impegno a dimezzare gli sprechi alimentari generati nel commercio al dettaglio e dai consumatori entro il 2030, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Nel 2020, la Commissione ha definito una serie di politiche e di strumenti volti a ridurre gli sprechi alimentari nel quadro del Piano d’Azione per l’economia circolare e della strategia “Dal produttore al consumatore”, due elementi fondamentali del Green Deal.
In linea con questo cammino tracciato dall’Unione Europea, Roma Capitale persegue il contrasto allo spreco alimentare agendo attraverso la promozione del recupero e della distribuzione delle eccedenze alimentari attraverso la rete del terzo settore e con azioni di sensibilizzazione verso comportamenti sostenibili. Dati recenti evidenziano che a Roma ogni anno si sprecano oltre 26 chilogrammi di cibo per abitante. Tuttavia non ci sono rilevazioni specifiche per il comparto della ristorazione che il progetto prevede di coinvolgere.
“Tenga il resto è un nuovo importante tassello nel lavoro che l’amministrazione ha intrapreso per mettere in campo azioni concrete volte al contrasto dello spreco alimentare, uno dei temi principali su cui è impegnato il Consiglio del Cibo di Roma; – ha sottolineato l’Assessora Alfonsi – La riduzione degli sprechi non ha solo un’importante valenza sociale ma ha anche importanti ricadute sul fronte della sostenibilità ambientale. Desidero ringraziare, anzitutto, il CIAL per aver reso possibile il progetto con la donazione delle vaschette e con il supporto operativo attraverso il portale dedicato. Favorire il recupero dei pasti non consumati significa, infatti, incidere su fattori culturali e abitudini che in altre parti d’Italia e in Europa si sono affermati e che nella nostra città hanno bisogno di essere maggiormente promossi e diffusi”.
“Con l’Assessora Alfonsi ringrazio Fipe Confcommecio, Fiepet Confesercenti e Slow Food per questa e altre iniziative che stiamo portando avanti in sinergia – ha affermato l’Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità Monica Lucarelli – perché solo lavorando insieme si può contribuire al miglioramento della nostra città. Questo progetto riguarda la sostenibilità ed è un atto di responsabilità verso la società, verso chi ha meno. Non lasciare il cibo nel piatto è soprattutto una questione di rispetto e di educazione“.
“In un mondo in cui la sicurezza alimentare, purtroppo, non è ancora garantita per tutti lo spreco di cibo risulta oggi essere un paradosso inaccettabile; – ha dichiarato Stefano Stellini, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di CIAL – è una questione di vitale importanza sociale ma anche di sostenibilità ambientale: limitare lo sperpero degli alimenti garantisce infatti anche una riduzione di emissioni di gas serra per produrne di nuovi e una minore pressione sulle risorse naturali. Il nostro Consorzio ogni giorno agisce non solo per stimolare il riciclo degli imballaggi in alluminio ma anche per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del risparmio e del recupero di materia e di energia”.
Alla presentazione del progetto hanno partecipato i partner dell’iniziativa, il DG Ama Filippi e il presidente della Commissione Ambiente Giammarco Palmieri.