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Al Museo della Repubblica romana due giorni di celebrazioni in memoria del piccolo eroe Righetto

Roma -Il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina dedica due giorni di celebrazioni, laboratori rivolti ai più piccoli e visite guidate, in memoria di Righetto, piccolo eroe dal grande coraggio che è ricordato tra i valorosi personaggi della Repubblica Romana.

Si comincia venerdì 3 maggio alle ore 10.00, presso il Mausoleo-Ossario garibaldino (via Garibaldi 29E), con la cerimonia del Premio Nazionale Righetto XX edizione, un omaggio al giovanissimo eroe della Repubblica Romana, caduto nel corso dell’assedio di Roma del 1849, con la premiazione della classe vincitrice del concorso 2024 e l’esecuzione di canti del Risorgimento interpretati dalla voce di Graziella Antonucci, con accompagnamento alla chitarra di Flavio De Novellis. Tra i brani più significativi legati al biennio rivoluzionario 1848-49, figurerà anche un brano inedito, dal titolo “Righetto 1849” (testo Graziella Antonucci, musica Donato Pace). L’ingresso alla manifestazione è libero.

Sabato 4 maggio, a partire dalle ore 11, presso il Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, i bambini tra gli 8 e gli 11 anni potranno partecipare al laboratorio ludico-didattico Righetto e i suoi. Il coraggio dei bambini nella Repubblica Romana, con attività in sede e visita guidata che terminerà presso la statua di Righetto. Il laboratorio è gratuito con prenotazione obbligatoria.

 

Tra i più impavidi sostenitori della Repubblica Romana del 1849, si distinsero i bambini e i ragazzi di Trastevere. Su tutti Righetto, dodicenne garzone di fornaio e orfano di entrambi i genitori, che affiancato dalla sua fedele compagna di avventure, la cagnolina Sgrullarella, compì gesta valorose in difesa di Roma. Tra i suoi compiti c’era quello di disinnescare, applicando una pezza bagnata sulle micce, le bombe dell’artiglieria francese che piovevano sulla città sotto assedio. Fu proprio una di queste bombe ad uccidere il piccolo Righetto il 29 giugno 1849, ma le sue gesta furono tramandate tanto da trasformarlo in un simbolo e un eroe amato da popolani ed aristocratici della città di Roma.