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Umana sanità al San Camillo Forlanini di Roma, un papà: “mia figlia salvata dalla competenza”

Rom a- Ha colpito tutti la lettera inviata ai direttori del San Camillo da un papà, Luca Andreoletti, che ha voluto mettere nero su bianco ed  esprimere la sua gratitudine per l’assistenza e le cure che ha ricevuto sua figlia sedicenne, Flavia, che è stata operata d’urgenza di appendicite presso l’ospedale San Camillo Forlanini di Roma. Luca poi, ha scelto di ricambiare in prima persona, andando egli stesso a donare il plasma dopo la fine della degenza della figlia durata dieci giorni.
IL TESTO DELLA LETTERA
Gentili Direttori
sono il padre di una giovane paziente che nelle prime ore di martedì 24 novembre è stata operata d’urgenza per una complicata appendicite e che ora sta trascorrendo la degenza presso il reparto di chirurgia pediatrica.
Con queste righe vorrei far avere ai vostri collaboratori – per il vostro tramite – la gratitudine della famiglia di Flavia per l’eccezionale livello di professionalità dimostrata in ogni momento del ricovero, dall’accesso al Pronto Soccorso sino alla degenza post operatoria.
L’Italia è un paese meraviglioso nel quale i cittadini sono campioni nel cercare ciò che non va, preferibilmente senza avere alcuna competenza in materia o senza preoccuparsi dello sforzo che tanti lavoratori compiono per tutelare un bene come la salute, così prezioso quanto bistrattato… sino a quando per un motivo più o meno serio, viene a mancare.
Le ore passate al pronto soccorso (poche, nemmeno 7 prima di entrare in sala operatoria), mi hanno offerto la possibilità di osservare da vicino come gli operatori fanno fronte a una situazione di perenne emergenza sempre il sorriso sulle labbra, incredibile professionalità e generosa umanità.
Incredibile è il numero di pazienti presi in carico, l’eterogeneità delle situazioni e la carenza di spazi; ma ho immediatamente realizzato che è meglio una barella in un corridoio che nessuna barella.
Ricordo solo il nome del dr. Rende che ha fatto l’ecografia a Flavia e che con tanta umanità e professionalità ha avuto cura della piccola, ma lo stesso posso dirlo per medici infermieri e OSS e ausiliari con i quali ho avuto modo di interfacciarmi in quella notte.
Ho visto passione, professionalità, umanità e capacità che sarebbe bello fossero patrimonio comune di tutti i “posti fissi d’Italia”. Se così fosse, questo, sarebbe un Paese ancor più bello!
Dal momento che il “cahier des doleances” pare sia sempre preso d’assalto, mi sento in dovere di evidenziare questa bellissima prova di efficienza e professionalità che ho avuto modo, mio malgrado, di vivere da vicino.
Vogliate gradire i più sinceri sentimenti di stima e gratitudine”.