Le aree interne dell’Abruzzo non possono perdere le scuole. Questo quanto emerso nell’incontro promosso dall’Uncem Abruzzo, su iniziativa del presidente Lorenzo Berardinetti, che si è svolto all’Unione dei Comuni Montagna Marsicana ad Avezzano. Un’iniziativa di cui si sentiva il bisogno da tempo, secondo i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, per riflettere sul sistema dell’istruzione nelle aree interne alla luce dei complessi fattori che stanno determinando gradualmente l’impoverimento delle stesse, dalla denatalità, allo spopolamento, alla perdita di attrattività produttiva.
All’incontro erano presenti il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Celano, Fabio Massimo Pizzardi, e le sigle sindacali di categoria che più volte avevano auspicato l’apertura di tavoli sulla complessità delle aree interne e sul destino delle scuole che vi operano e che rappresentano un elemento di vitale importanza.
A introdurre i lavori è stato il presidente Berardinetti il quale ha ricordato come leggi inadeguate e non corrispondenti alle esigenze territoriali, dimensionamenti della rete scolastica, assenza della rete di servizi necessaria al sistema, portano a paventare la possibilità che presto le diffuse aree interne della provincia aquilana possano perdere l’ultimo presidio dello Stato rappresentato dalla scuola.
Flc – Cgil, Uil – Scuola, Cisl – Scuola, Snals Confsal, Gilda e Anief, dopo aver ascoltato la relazione di Sergio Natalia che ha illustrato le possibilità della Strategia Nazionale delle Aree Interne che possono sicuramente accompagnare, attraverso una progettualità organica e lungimirante, la resistenza delle piccole scuole dei comuni più interni, hanno espresso le criticità rilevate in anni di lavoro sindacale sui territori e hanno suggerito azioni concrete che, con la giusta volontà politica, potrebbero contribuire all’elaborazione di un progetto sistemico sulla politica delle aree interne con ricadute positive sulla presenza delle istituzioni scolastiche.
Molto interessante è stato anche il confronto tra i sindacati e i sindaci di Molina, Luigi Fasciani, e quello di Oricola, Antonio Paraninfi, che hanno portato al tavolo il contributo delle vaste Comunità montane di cui sono i responsabili.
L’incontro si è concluso con l’impegno da parte del presidente Berardinetti e dei sindacati di elaborare una proposta operativa e concreta su cosa potrebbe favorire un’inversione di tendenza promuovendo e coordinando la stesura e la sottoscrizione di una richiesta congiunta alla giunta regionale finalizzata all’immediata revisione delle linee guida regionali, al fine di declinare quanto riportato nella delibera di giunta regionale numero 681 del 17 ottobre 2023, nella legge 197/22 e nel decreto del ministro dell’Istruzione e del merito numero 127 del 2023, ovvero “salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani”, con l’esplicita esclusione dal dimensionamento scolastico di tutte le istituzioni scolastiche dei Comuni delle aree interne abruzzesi.
“I nostri paesi montani non possono essere solo mete turistiche che vivono determinati mesi l’anno”, ha spiegato Berardinetti, che è anche sindaco di Sante Marie, “le famiglie che scelgono di risiedere in uno dei 173 comuni dell’Abruzzo con meno di 3.000 abitanti devono avere la possibilità di mandare i loro figli a scuola, come di curarsi e di usufruire di servizi essenziali.
Questo tavolo aperto con le organizzazioni sindacali e i rappresentanti del territorio ci permetterà di creare una fotografia dei paesi di montagna, di analizzare difficoltà e potenzialità, e di arrivare a una proposta concreta da presentare al Governo regionale. La salvaguardia delle scuole nei piccoli comuni montani deve essere una priorità per tutti noi. Abbiamo iniziato a lavorare insieme proprio per raggiungere questo importante obiettivo”.