“Per tutta la notte è stato necessario l’intervento incessante di vigili del fuoco (otto squadre) con rinforzi arrivati non solo da tutta Roma ma anche dai Comandi provinciali di Latina, Viterbo e Rieti dato che le fiamme hanno invaso anche la parte esterna, anch’essa invasa dai rifiuti.
Tra i diversi materiali andati a fuoco e finora accertati, sono stati riscontrati i resti di elettrodomestici, autovetture, vernici, materiali in plastica e di scarto di lavorazione. Il capannone, con una superficie di circa 6.000 m², appartiene all’Istituto poligrafico dello Stat e avrebbe dovuto essere convertito all’edilizia pubblica ma nel 2016 l’iter amministrativo si è inspiegabilmente bloccato e negli ultimi anni è stato occupato.
Il rogo tossico – ben visibile a km di distanza – ha liberato un’enorme colonna di fumo nell’aria, rendendola irrespirabile anche a diversi km di distanza, tanto che non solo i residenti nella zona limitrofa ma anche interi quadranti di Roma sono stati investiti da una nube maleodorante e nociva per la salute.
Aspettiamo i dati Arpa Lazio per comprendere la gravità del danno, che purtroppo temiamo molto elevato.
La preoccupazione per la salute è tanta e viene messa in luce la fragilità di un territorio urbano che tra dissesto idrogeologico e terre di mezzo, non ha la sufficiente manutenzione e soprattutto gli opportuni interventi di messa in sicurezza e di bonifica come dispone la normativa ambientale.
Qui di nuovo deve essere fatta una riflessione sulla gestione del territorio del Comune di Roma e delle problematiche legate all’agire dell’attuale amministrazione che sembra essere troppo interessata ai grandi eventi e alle grandi opere e poco incisiva sull’ordinaria gestione – soprattutto sul piano ambientale – che invece dovrebbe avere la preminenza.
Non basta effettuare la piantumazione di nuove alberature e il deceppamento ma agire sul territorio e rafforzare le infrastrutture verdi (parchi) che vanno aumentati e tutelali. In questo rientra il discorso del Parco di Pietralata (14 ettari a verde) che rischia di essere cancellato per la costruzione di uno stadio di cui la stessa armonizzazione con il tessuto urbano sarà decisamente problematica per un ente che vanta numerose criticità e i cui costi in termini di sicurezza, impatto ambientale e infrastrutturale verrano con molta probabilità scaricati sulla comunità.
Il vero cambio di passo va fatto su un’altra direzione che metta al centro l’Ambiente e un Città a misura d’uomo e non continuando a consumare suolo pubblico per interessi privati.
Difendiamo il nostro territorio e il Parco di Pietralata (Polmone verde) Stop ai roghi tossici.
Diritto ad un Ambiente sano.
Tutta la cittadinanza è chiamata a far sentire la propria voce.”