L’AQUILA – L’ospedale di L’Aquila alla ribalta nazionale per una sinergia con Padova e Bologna nel segno di una donazione d’organi che ha prodotto una virtuosa catena di generosità. All’origine delle azioni in successione c’è stata una donazione cosiddetta ‘samaritana’, fatta cioè da un donatore, senza problemi di salute, a uno sconosciuto. Il donatore samaritano ha messo a disposizione un rene che è stato trapiantato su un paziente in cura all’ospedale di L’Aquila. Un familiare del paziente, incompatibile con quest’ultimo, ha donato a un’altra persona, ricoverata a Bologna, e con stessa procedura è stato trovato un organo per un malato di Padova. E’ stato così possibile effettuare con successo tre trapianti. Le donazioni samaritane sono tutt’altro che frequenti tanto che in Italia, dal 2015, sono state solo nove e hanno espresso al più alto grado il concetto di generosità: donare a qualcuno che non si conosce senza avere problemi di salute. In Italia è il primo caso di donazione samaritana post pandemia, un segnale importante per rafforzare la ‘cultura’ dell’altruismo.
Il messaggio all’Aquila del donatore samaritano.
“Mi fa piacere”, ha detto il donatore, “che ci sia stato questo collegamento diretto con la città, visitata qualche anno fa, con grande emozione nel vedere la rinnovata basilica di Collemaggio, ma soprattutto nell’ultimo anno ho avuto l’opportunità di ascoltare la canzone ‘Domani’ di Mauro Pagani (ex PFM) nell’arrangiamento fatto dagli Artisti uniti per l’Abruzzo nel 2009”
Nella vicenda che ha coinvolto tre regioni, giustamente e di diritto, c’è in primo piano l’eccezionale atto di sensibilità di chi ha donato ma un aspetto importante è costituito dall’eccellente coordinamento che si è instaurato tra tutti gli ospedali coinvolti e delle distinte azioni svolte secondo tempi rigorosi da 110 operatori. In questo contesto, il Centro regionale trapianti di L’Aquila ha confermato ancora una volta il proprio ruolo di rilevanza nazionale grazie alla qualità e all’efficienza che l’hanno reso, ormai da anni, un punto di forza della Rete trapiantologica della Penisola grazie alle puntuali azioni di investimento messe in campo dalla direzione aziendale guidata dal Manager Ferdinando Romano.
La foto. L’immagine plastica della portata dell’impegno profuso, del numero di reparti e servizi coinvolti del San Salvatore e del loro grande affiatamento è riassunta, a mo’ di squadra di calcio, dalla foto che alleghiamo in cui sono elencati tutti gli operatori (26) intervenuti.
Questo l’elenco e la disposizione nella foto:
Prima fila (in piedi, da sinistra): Stefano Aloisio (strumentista), Maria Rita Giuliana (infermiera Trapianti), Dr. Franco Papola (CRITT), Dr. Simone Ciavatta (specializzando Chirurgia), Dr. Luigi Panella (anestesista), Dr.ssa Cristina Bonetti (anestesista), Stefano Salvemme (strumentista), Dr.ssa Ida Marsili (anestesista)
Seconda fila (in piedi, da sinistra): Dr.ssa Alessia Perrotti (CRT), Dr.ssa Ida Parzanese (CRT), Dr. Alberto D’annunzio (CRT), Dr.ssa Daniela Maccarone (CRT), Prof. Fabio Vistoli (Direttore UOC Chirurgia Generale dei Trapianti d’Organo), Prof. Franco Marinangeli (direttore UOC Anestesia e Rianimazione e Terapia del dolore e cure Palliative), Dr.ssa Diana Lupi (psicologa centro trapianti), Dr.ssa Martina Rastelli (CRT), Lucia Pandolfi (tecnico socio sanitario UOC Chirurgia dei trapianti)
Terza fila (seduti, da sinistra): Dr Davide Fionda (anestesista), Dr.ssa Elisabetta Iacobelli (specializzanda Chirurgia), Giancarlo Mastropietro (caposala Sala Operatoria), Cinzia Giudotti (IP UOC Chirurgia generale e dei trapianti d’organo), Irene Centi Secatore (referente infermieristico UOC Chirurgia generale e dei trapianti d’organo), Dr.ssa Emilia Barattelli (anestesista), Dr.ssa Laura Lancione (Dirigente medico UOC Chirurgia generale e dei trapianti d’organo), Prof.ssa Alessandra Panarese (Dirigente medico UOC Chirurgia generale e dei trapianti d’organo), Arianna Santucci (IP UOC Chirurgia generale e dei trapianti d’organo).