L’AQUILA – Quasi sedici anni ormai ci separano dalla notte dell’orrore, nota come quella delle 3 e trentadue. Un’orario che è rimasto impresso nel dolore dell’Aquila. Una tragedia inferta dalla violenza della natura che a distanza di tutto questo tempo è ancora lì a ricordare. Ormai ci si è anche quasi abituati a vedere le case distrutte, ancora con i segni degli sbarramenti alle finestre. La rinascita ha avuto una sua comprensibile lunga durata temporale. Ad oggi la città è tornata a vivere, tra bianco e nero, ossia nei colori diametralmente opposti del dolore e della speranza. La distruzione e la ricostruzione che convivono insieme. Uno scorcio di piazza Palazzo lascia pensare, riflettere. Nel ricordo di un tempo ormai passato, nella speranza del futuro e nella bellezza del presente. E’ L’Aquila bella mè.