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La storia della foiba di Basovizza

La foiba di Basovizza è uno dei simboli più noti delle tragedie avvenute al confine orientale italiano durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Situata sull’altopiano del Carso, nei pressi di Trieste, questa cavità naturale è stata teatro di drammatici eventi storici che hanno segnato profondamente la memoria collettiva italiana.

Origini e caratteristiche

La foiba di Basovizza non è una foiba in senso geologico, ma un pozzo minerario scavato alla fine dell’Ottocento per l’estrazione di carbone. Abbandonato per l’insufficiente rendimento economico, il pozzo venne successivamente utilizzato come luogo di esecuzione e occultamento di corpi.

Gli eventi della Seconda guerra mondiale

Durante il conflitto e nell’immediato dopoguerra, la foiba di Basovizza divenne un luogo di eliminazione di civili e militari. Nel maggio 1945, quando l’esercito jugoslavo di Tito occupò Trieste, ebbero luogo violenze e rappresaglie contro coloro che erano considerati collaborazionisti, oppositori politici o semplicemente espressione dell’italianità della regione. Molti di questi furono sommariamente giustiziati e i loro corpi gettati nella foiba.

Il dramma delle foibe

Il fenomeno delle foibe si inquadra nel più ampio contesto delle tensioni tra italiani e slavi nella Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia. Dopo il trattato di pace del 1947, che sancì la cessione dell’Istria e di altre terre alla Jugoslavia, migliaia di italiani furono costretti all’esodo, mentre altri subirono repressioni e persecuzioni.

La memoria e il riconoscimento storico

Per molti decenni, la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata rimase un tema poco discusso nella storiografia italiana. Solo a partire dagli anni ’90, con la caduta del regime jugoslavo e l’apertura degli archivi, si è iniziato a parlare più apertamente di questi eventi. Nel 2004, il Parlamento italiano ha istituito il Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo degli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.

La foiba di Basovizza oggi

Oggi la foiba di Basovizza è un sacrario nazionale e un luogo di memoria. Una stele commemorativa e un’area monumentale rendono omaggio alle vittime, e ogni anno si tengono cerimonie ufficiali per ricordare questa pagina dolorosa della storia italiana.

La foiba di Basovizza rappresenta un monito sulle conseguenze delle guerre, dell’odio etnico e delle dittature, ricordando l’importanza della pace e della convivenza tra i popoli.

Il sindaco di Ascrea Riccardo NINI si è recato a Basovizza nel Giorno del Ricordo per rendere omaggio alle vittime della follia dei partigiani comunisti titini contro la popolazione Italiana di queste terre.
“È una vergogna – afferma sui social –  che ancora oggi si gettino ombre sulla storia delle Foibe e l’intera vicenda del confine orientale, la cui popolazione locale di lingua, cultura ed etnia italiana ha vissuto prima le sofferenze del secondo conflitto mondiale e, subito dopo, il dramma dell’Esodo e la tragedia delle Foibe, per la sola colpa di essere Italiani. Bene che si riaccendano i fari dell’interesse del governo e del popolo italiano per onorare il ricordo delle vittime.”