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Carsoli ricorda il bombardamento del ’44, mesta cerimonia per l’81mo anniversario

CARSOLI – Si è svolta questa mattina alle ore 11.00 presso il Monumento ai caduti di piazza Marconi una mesta cerimonia di commemorazione per la memoria dei caduti nel conflitto bellico del 44. In particolare come oggi e quindi il 16 aprile 1944 giorno dell’ottava di Pasqua, la distruzione e morte venne portata nel cuore del centro storico di Carsoli. Una ferita inferta ad una comunità che non facilmente ebbe a superare il colpo.

La cerimonia in forma molto sobria si è tenuta direttamente in loco, dove con la presenza di vari gruppi ed associazioni combattentistiche e d’arma  è stato rievocato il triste giorno, con la deposizione della corona di alloro e fiori alla memoria dei caduti. A deporla il Vice Prefetto Commissario Straordinario del Comune dott.ssa Maria Cristina Di Stefano, che nella sua allocuzione ha evidenziato quanto siano importanti i messaggi di pace che in queste occasioni devono pervenire dalle istituzioni locali, citando Papa Francesco.

Il parroco don Roberto Cristofaro ha impartito la benedizione, ed al termine della cerimonia al monumento, autorità e partecipanti si sono recati presso il bassorilievo di via Mario Galli, luogo ove avvenne la maggiore distruzione e lì dopo un minuto di silenzio il commissario Di Stefano ha deposto un mazzo di fiori, poi lo scioglimento delle righe.

Questo l’abstract di sintesi di cui il presentatore ha dato lettura:

“I bombardamenti alleati dell’Aprile 43 colpirono i centri nevralgici dei trasporti nel centro Italia. Una distruzione che mise letteralmente in ginocchio la realtà di Carsoli già tanto gravata nel corso della guerra. Un colpo di grazia che venne inferto dal lancio di bombe sul centro del paese. “L’intensità di quel bombardamento che distrusse la ferrovia fu motivato dal fatto che gli alleati angloamericani fossero alla ricerca spasmodica del comandante in capo dei tedeschi Albert Konrad Kesserling. Spie americane riferirono ai loro comandi che in Carsoli ci sarebbe stato un assembramento di gerarchi tedeschi, e  di qui l’origine del bombardamento in questione”.

Racconti amari, di epoche lontane, che testimoniano grande sofferenza. La gente per potersi muovere doveva compiere un giro immenso, in quanto il crollo del ponte di ferro ferroviario ebbe a tagliare in due il paese isolandolo tra le due parti.

I trasporti furono bloccati, tanti carsolani sfollarono nei vicini paesi del reatino, che erano sicuramente più sicuri. Con il ponte di ferro venne distrutta anche la Chiesa della Madonna del Carmine e tante case.

Della Chiesa Parrocchiale di Santa Vittoria rimase in piedi solo la facciata.

Lo sfacelo di quel bombardamento  fu la testimonianza di una forte azione di solidarietà che venne messa in atto dall’allora prelato di Carsoli don Tito Zazza, il quale unitamente a Suor Placida e alle suore di Sant’Anna, raccolsero i feriti e li curarono all’interno della Chiesa con ogni mezzo. Racconti che fanno accapponare la pelle, e che portano con se molti caduti in una guerra che seminò distruzione e morte. Ci vollero tantissimi anni prima che Carsoli potesse risorgere da quel colpo simbolico che spazzò via il collegamento ferroviario tra l’Abruzzo e la capitale romana. Dedichiamo queste memorie di storia ai nostri caduti ed caduti di tutte le guerre.” (D.I.)