Redazione – Nessun licenziamento e nessun casello chiuso, ma solo l’eliminazione di uno spreco e di un privilegio, con la sospensione del turno di presidio in sette caselli dell’A24 e dell’A25, dove di notte non c’è traffico di veicoli sufficiente. Lo sciopero del 28 marzo si basa su motivazioni non vere. Basti pensare che nei sette caselli dove è stato sospeso il turno notturno, tra le ore 22 e le 6 del mattino, passano appena una trentina di mezzi. E si tratta di una media ottimistica. Se consideriamo, infatti, i passaggi sotto il Telepass e quelli con la Viacard, si può dire che parliamo di dieci/quindici macchine appena che transitano nei caselli manuali. Dunque di notte in questi sette caselli gli operatori di turno fanno una/due operazioni di pagamento ogni ora. Un spreco di risorse umane non giustificabile. Una cosa però è importante: l’eliminazione del turno di notte non prevede né il licenziamento del personale, né il cambio di mansioni. Ma solo un uso più razionale delle risorse umane. Per i clienti delle autostrade A25 e A25 la riorganizzazione non comporta la riduzione del servizio. Le stazioni resteranno regolarmente aperte e gli automobilisti potranno usare tranquillamente le casse automatiche, per pagare in contanti. Ricordiamo poi che tutte le nostre stazioni hanno il servizio carte, dove si può pagare con il Bancomat, senza nessuna spesa aggiuntiva e senza neanche inserire il Pin. Stesso discorso per chi ha le schede Viacard o ha installato il Telepass. Strada dei Parchi ricorda che la questione della sospensione dei turni notturni ha visto il pronunciamento del TAR Lazio, che ha accolto la scelta della Concessionaria rispetto alla posizione espressa dal Ministero in merito proprio alla gestione del personale nei turni di notte. La Concessionaria ricorda poi che dal 2003, quando è iniziata la sua gestione, non solo non ha mai fatto ricorso a provvedimenti di licenziamento collettivi, ma ha sanato anche situazioni lasciate in sospeso dalla precedente gestione. SdP nel 2004 ha infatti assunto circa un centinaio di dipendenti stagionali del periodo di gestione pubblica, precari che erano ricorsi al Giudice del Lavoro. Alla luce di queste situazioni oggettive, la società SdP non comprende le ragioni dello sciopero, che sono fondate su falsi presupposti e altrettante false affermazioni, sia riferite ai rischi per la qualità del servizio agli utenti, sia riguardo ad immaginari e non meglio precisati “rischi di desertificazione del territorio”.