La moto non è mai stata proibita come veicolo in sé, ma subordinata alle motivazioni di spostamento – esigenze di lavoro, salute, necessità – fino a domenica 3 maggio si poteva usare rigorosamente da soli, per evitare qualsiasi contatto. Ecco, questa è l’unica indicazione riguardante la moto che è cambiata con la fase 2. Ora si può andare anche in due, purché conviventi. Quindi se volete portare un coniuge, un compagno o un figlio, potete farlo, a patto che viva con voi.
A parte questo, l’uso di moto e scooter segue le stesse norme previste per l’auto. L’unica altra differenza riguarda l’uso della mascherina. Se indossate il casco integrale non serve, con il jet invece si.
Tornando agli spostamenti, in questa fase 2 ci sono più motivazioni per riprendere l’automobile, ma in tutti i casi serve l’autocertificazione, che può anche essere compilata nel momento stesso in cui si viene fermati per un controllo, tranne che per gli spostamenti per motivi di lavoro. Il Governo, infatti, ha espressamente scritto che “La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata”.
Quanto al comportamento da tenere in auto, cambia a seconda di quante persone ci siano a bordo. Se si viaggia da soli non serve indossare la mascherina e, per lo stesso principio della motocicletta, nemmeno se a bordo c’è un convivente. Se invece nell’abitacolo c’è un parente o una terza persona ci vuole la mascherina e bisogna distanziarsi di un metro. Nella pratica questo si traduce facendo salire il passeggero sul sedile posteriore e se i passeggeri sono due di farli accomodare ai lati. In altre parole, se l’auto ha 5 posti si può salire al massimo in 3.
Infine, vale la pena ricordare che cosa succede se si viaggia senza i comprovati motivi che vanno riportati nell’autocertificazione: non ci sono sequestro o denuncia penale ma una multa da 533 a 4.000 euro.