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Cultura, dalla Valle Aniene crescente successo per il libro di Don Saccà sul “Motu Proprio” di Papa Francesco

Jenne  –  A distanza di un anno dalla pubblicazione sta facendo riscontrare sempre più forti  nel panorama culturale e nel mondo ecumenico,  l’opera letteraria di cui è autore Don Gaetano Maria Saccà, parroco di Jenne. Il titolo è: “Il Vescovo e il processo matrimoniale alla luce dl Motu Proprio – Mitis Iudex Dominus Jesus” e si tratta di un profilo storico-giuridico che analizza in profondità il motu proprio di Papa Francesco. Scottante attualità sulla quale don Saccà ha voluto porre la lente di ingrandimento mettendo in correlazione quanto raccolto a livello di ricerca storica con le nuove normative su un argomento che è il pilastro fondante della famiglia cristiana: il matrimonio. Don Saccà ha iniziato sin dalla promulgazione del Motu Proprio firmato nel settembre 2015 ad avvertire la necessità di un approfondimento che vuole essere un servizio alla dottrina cristiano-cattolica, per fornire spunti di ulteriore analisi ed approfondimenti.

Se ne è parlato anche sulla stampa cattolica nazionale.  Sulle colonne di Avvenire,  è intervenuto il prelato uditore del Tribunale della Sacra Rota Romana Adam  Konštanc Miroslav già  rettore della Pontificia università “San Tommaso d’Aquino” (Angelicum) dal 2012 al 2016 che lo ha definito uno studio “serio, profondo e con valenza scientifica”.

 

“Nel mio ruolo di dottorando – spiega don Gaetano Maria Saccà nella tesi di presentazione dell’opera –  non ho certo la pretesa che il presente lavoro sia esauriente, ma mi auguro, almeno, che possa offrire un contributo alla dottrina. Ricordiamo che tutti gli autori citati hanno mantenuto un atteggiamento di rispetto e prudenza verso la nuova normativa. Atteggiamento al quale mi sono conformato.

La difficoltà maggiore che ho dovuto affrontare è stata dovuta al fatto che gli scritti dottrinali sono ancora esigui e spesso gli autori utilizzano la forma verbale al condizionale, in attesa che il tempo e lo svolgimento di un crescente numero di processi brevi possa rendere più sicure determinate affermazioni. Al presente già diversi sono stati i processi brevi celebratisi, di cui alcuni sono stati inviati al processo ordinario. Non abbiamo notizie di processi brevi conclusisi e impugnati. Nei lavori dottrinali continuano a destare non poche perplessità alcuni aspetti procedurali. Riteniamo che ciò sia nell’ordine delle cose e la Chiesa abbia gli strumenti per dissiparle. A riguardo dobbiamo obbedire alla volontà del Pontefice che così si è espresso: “E’ importante che la nuova normativa sia recepita e approfondita, nel merito e nello spirito, specialmente dagli operatori dei Tribunali ecclesiastici, per rendere un servizio di giustizia e carità alle famiglie”.

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