Tivoli – Le acque albule erano conosciute fin dai tempi della Roma imperiale, e furono definite da Plinio il Vecchio “Acque Santissime” proprio per le loro proprietà terapeutiche.
Plinio ricorda nel XXXI libro delle sue “Historiae” di quando i soldati feriti durante la guerra venivano appositamente accompagnati presso le sorgenti di acque sulfuree e riacquistavano la salute.
Persino l’Imperatore Augusto ne beneficiò e ne fu così entusiasta da commissionare al suo architetto M. Vespasiano Agrippa di realizzare le Terme Imperiali, poi sorte sulle rive del lago maggiore, il Lago Regina, vicino al bosco sacro dell’oracolo del Fauno, conosciuto come Bosco di Pan.
Le Terme erano organizzate in quattro blocchi tondeggianti a due piani, uniti da portici che avevano la funzione di raccogliere aria calda per riscaldare i bagnanti prima dell’immersione nelle acque. Le terme furono poi distrutte dall’arrivo dei barbari che le rasero al suolo lasciandone solo pochi resti.
Ma dall’antica Roma al Rinascimento, le proprietà delle acque sulfuree di Tivoli non andarono perse.
E con l’arrivo a Tivoli del Cardinale Ippolito d’Este furono costruiti i Bagni Vecchi all’interno della maestosa Villa d’Este: il cardinale era di salute cagionevole e su consiglio del docente di medicina dell’Ateno di Ferrara, Anton Musa Brasavola, beneficiò delle proprietà terapeutiche delle acque albule di Tivoli.
Nel XIX secolo arrivò un riconoscimento ufficiale da parte della medicina grazie al trattato “Ragionamento dei Bagni minerali presso Tivoli” a cura del dottor A. Cappello che nel 1837 affermò che le acque solfuree di Tivoli per le loro proprietà particolarissime erano in grado di curare malattie della pelle, dell’umore, delle vie urinarie e respiratorie e dell’intestino.
Nello stesso periodo, per agevolare lo sfruttamento delle proprietà delle acque sulfuree, furono ristrutturati i Bagni Vecchi e messi a disposizione di quanti ne avessero bisogno. Non solo.
Intorno al 1860 col benestare della Chiesa e di Papa Pio IX fu approvato il progetto di costruzione di un nuovo stabilimento termale nei pressi delle sorgenti solfuree. La convinzione di mettere a disposizione delle popolazione tiburtina una nuova stazione termale era tale che lo stesso Pontefice volle donare mille scudi per la realizzazione del progetto.
Nacquero così i Bagni di Tivoli che ancora oggi sono un riferimento per gli amanti delle terme di tutta Europa.