Carsoli, i medici di base replicano a Casciola (118): “contro di noi toni denigratori che segnaleremo all’Ordine”
Carsoli – Dai medici di Base Dottori: Enrico Di Febo, Raffaele Giusti, Giancarlo Lucidi, Amalia Meschinelli, e Fabiana Caroli riceviamo e pubblichiamo integralmente la seguente nota:
Alla redazione di Confinelive
In replica all’articolo del 20 luglio 2020 si chiede la pubblicazione della seguente nota.
Nell’articolo “ Riconoscimenti emergenza covid a Carsoli, tuona il dott. Casciola: il personale del 118 del tutto ignorato” pubblicato sulla pagina on line il 20 luglio 2020, il dott. Casciola, in merito ai riconoscimenti tributati dall’amministrazione Comunale di Carsoli alla Croce Rossa e alla dott.ssa Angela Corpolongo, ha espresso il proprio sdegno per il mancato “ giusto ringraziamento” per il personale del 118.
Purtroppo, il dott. Casciola si è riferito ai medici di famiglia presenti sul territorio con toni denigratori e diffamatori, utilizzando termini lesivi del decoro e della professionalità dell’intera categoria dei medici di famiglia e, segnatamente, di quanti tra gli stessi sono presenti sul territorio, ben noti a tutta la comunità quotidianamente assistita con abnegazione costante.
I professionisti che sottoscrivono la presente nota svolgono i loro compiti nel pieno rispetto del principio deontologico di solidarietà e di collaborazione tra colleghi, delle reciproche competenze tecniche, delle correlate autonomie e responsabilità, come impone il codice deontologico, lo stesso che obbliga gli iscritti all’Ordine, tra cui il dott. Casciola, a non porre in essere comportamenti denigratori e colpevolizzanti.
Pertanto, non si mancherà di segnalare quanto accaduto all’Ordine dei Medici.
A ciò si aggiunga che, durante la fase emergenziale, gli stessi medici hanno pienamente rispettato i decreti nazionali, le ordinanze regionali e, soprattutto, i rigidi protocolli dettati dalla Protezione civile aumentando, come richiesto, la propria disponibilità telefonica per i pazienti con sintomi influenzali così da evitare il più possibile l’accesso presso gli studi sul territorio o nei servizi sanitari come PS e Continuità Assistenziale.”