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Da Collalto Sabino lettera aperta della De Simone ai sindaci: “sulle scuole troppe incertezze e poca informazione”

Collalto Sabino – Da Antonella De Simone consigliere di minoranza di Collalto Sabino nonchè medico chirurgo d’urgenza e pronto soccorso e medico di sanità pubblica In servizio presso la Asl Rm5 riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta indirizzata ai sindaci:

 Cari Sindaci non importa come siete arrivati a ricoprire questo ruolo, ma ora ci siete e questo periodo di emergenza dovrebbe scuotervi a prendere in mano i vostri paesi. Quelle responsabilità che comportano decisioni giuste o sbagliate che siano, dovrebbero essere vostre e non lo sono state finora per tutti. Non basta dire sulla soglia della porta “tutto bene?”, un sindaco che si chiami così ha il dovere di far stare bene il cittadino. Quello che mi aspettavo in questa situazione critica, che si presenta incerta per il futuro era un programma comunale pubblico per la riapertura della scuola. Ciò non si è verificato per molti paesi. Mi aspettavo un’informazione capillare semplice di come affrontare questo spettro di questa malattia ai nostri soldatini ma ahimé questo non si è verificato. Ciò che vedo è una spiccata importanza di ciò che si verificherà in aula, dove si metterà l”insegnante e dove i bambini . Ma i bambini si avvicinano ed è inevitabile. Allora o a questa emergenza ci crede solo chi la vive e il resto è ignorante perché non vede o siamo talmente incoscienti da sentirci dei super eroi. Si tratta di usare quello che si ha.

Prendiamo ad esempio le scuole che sono state chiuse come si è verificato per gli ospedali: non voglio essere giudice di quelle decisioni, che a suo tempo sembravano giuste, ma ora farebbe comodo riaprire quelle aule. I bambini del paese passano tanto tempo insieme e possono considerarsi congiunti, sono numericamente stabili e facilmente controllabili epidemiologicamente e cosa fondamentale possono studiare insieme. Allora quanto e cosa occorre per riaprire le scuole di paese che sono state chiuse a causa della scarsità numerica dei bambini. Pensate a quanti problemi verrebbero risolti compreso quello del trasporto. Mandare i bambini a una scuola di un centro più grande vuol dire esporre i bambini al contagio poiché hanno nuovi contatti, sono epdemiologicamente difficili da controllare e viene meno quella gradualità alla normalità tanto ambita.

Allora cari sindaci vogliamo aiutare i cittadini? Non lasciamo che le decisioni vengano prese solo dagli altri, le realtà non sono tutte uguali, ogni paese ha la propria , fortunatamente, riapriamo le nostre scuole e prepariamoci in un futuro non lontano a superare questa brutta storia.