Covid Carsoli, l’appello di una ragazza in quarantena: “sanità pubblica inefficiente, giorni di attese e mancate risposte”
Carsoli – Questa è la storia di Elisa, una giovane ragazza carsolana di 24 anni che oggi, a suo malgrado, si trova costretta a raccontare una triste vicenda che ultimamente vede sempre più protagonisti e che mostra l’evidente disorganizzazione in cui versano attualmente le strutture sanitarie locali. Sistemi in tilt che fanno vivere in stato di preoccupazione chi, come Elisa, è in attesa di un esito: l’esito del tampone nasofaringeo.
“Tutto è iniziato il 14 ottobre – spiega Elisa – quando il nonno di mio marito Angelo a causa di un malore è stato portato in ospedale. Come sappiamo, prima del ricovero gli operatori sanitari sottopongono i pazienti al tampone che ahimè è risultato positivo. Cercando di mantenere la calma, abbiamo rintracciato tutti i contatti avvenuti fino a quel momento, ed è così che per noi e per la famiglia di mio marito è iniziato il periodo di quarantena. Il nostro medico di base, contattato nell’immediato, che ci ha subito rilasciato il certificato di isolamento fiduciario valido per dieci giorni. Ma in tutti quei dieci giorni non abbiamo ricevuto alcuna chiamata dalla Asl per eseguire il tampone. Il nostro medico non riusciva ad inserisci nelle piattaforma perché il sistema risultava sempre bloccato. Tramite il Sindaco del nostro paese, ci siamo messi in contatto con un operatore sanitario che ha cercato di rassicurarci dicendo “se sono trascorsi quattordici giorni dall’ultimo contatto, senza alcun sintomo, non vi è necessità di sottoporsi al tampone”. Ma questo non ha di certo placato la nostra preoccupazione. Non si può avere la certezza di essere negativi, soprattutto quando non si hanno sintomi. Sconcertati e preoccupati abbiamo così provveduto a chiamare tutti i recapiti delle Asl regionali presenti sul territorio, ma senza successo.
Un punto di svolta – continua Elisa – avviene quando finalmente l’Asl si reca a casa della nonna di mio marito per sottoporla al tampone. E’ proprio lei a “denunciare” agli operatori la totale incomunicabilità con le aziende sanitarie locali ed così che finalmente, l’ultimo giorno di quarantena, ci viene dato un appuntamento per lunedì 26 ottobre all’Interporto di Avezzano. Ci dicono che la risposta sarà pronta entro 24/48 ore. Ad oggi sono trascorsi quattro giorni dal tampone, sedici giorni dall’ inizio dell’isolamento e venti giorni dall’ultimo contatto con un positivo, ma noi ancora non abbiamo alcuna notizia. E conclude – non auguro a nessuno tutto questo. Non auguro a nessuno di avere parenti positivi al Covid, giovani e anziani, isolati da tutta la famiglia. Siamo molto preoccupati, per noi e per il bene dei nostri cari. Non sappiamo più di che morte dobbiamo morire.”
Uno scenario triste che provoca rabbia e indignazione. L’emergenza sanitaria e l’esponenziale crescita dei contagi registrata nelle ultime settimane nel nostro territorio non hanno fatto altro che peggiorare una situazione di per sé critica oramai da troppi anni. Strutture al collasso, sistemi in blackout totale che non garantiscono più servizi e tutela ai cittadini. Con la speranza che possano ricevere al più presto notizie e informazioni sul loro stato di salute, l’intera comunità carsolana è vicina a Elisa e alla sua famiglia ed augura a tutti una pronta guarigione.