Editoriale – Per passare un colore forte è un attimo, poi però non è certo semplice tornare al chiaro. Questa una regola che vale anche per le comuni operazioni di pittura muraria. Sembra però calzare a pennello con quanto accade in Abruzzo.
La velocissima e auspicata decisione di zona rossa venne persino anticipata dalla regione mentre per il governo si era ancora arancioni: il motivo non fu tanto quello della crescita dei contagi ma dal caos degli ospedali al collasso primo fra tutti l’Ospedale di Avezzano diventato vergogna nazionale.
Ora mentre si osserva che le altre regioni schiariscono e si avvicina il Natale, ci si rende conto che nemmeno per la data del 3 dicembre l’Abruzzo si toglierà di dosso questa spada di Damocle che sta paralizzando attività produttive e facendo collassare anche il tessuto sociale psicologico delle persone.
Un paradosso unico nel suo genere oseremmo definirlo. Poi le voci, noi abbiamo annunciato chiaramente che la zona rossa si prevede in “perpetua prorogatio” con un precedente editoriale, questo perchè nonostante proclami ed ipotesi secondo il decreto l’Abruzzo può cambiare colore, secondo la norma e quindi , non prima del 10 dicembre.
Infatti, dopo la certificazione dei miglioramenti partono i 14 giorni di osservazione. Il miglioramento è stato accertato venerdì scorso, più 14 fa 10.
Con i dati dei prossimi giorni la Regione si sente con Speranza a cui chiederanno una deroga per la riapertura di alcune attività prima della data prevista dalla legge, cioè prima del 10 dicembre. Il 10 dicembre poi si potrà cambiare colore. Oppure no. Ma dipende dai dati.
Ai posteri le ardue sentenze.