L’Aquila – Il colore dell’Abruzzo è tuttora ondivago, infatti è stata fissata per domani l’udienza del Tar L’Aquila sul ricorso presentato dal Governo contro l’ordinanza del Presidente Marsilio che ha anticipato motu proprio la zona arancione, declassando la rossa. Stando a notizie pervenute direttamente dall’Avvocatura dello Stato il presidente del Tribunale amministrativo regionale non ha tenuto conto della richiesta del governo relativamente alla richiesta di decisione inaudita altera parte ossia senza ascoltare le posizioni della parte avversa.
Intende quindi vagliare entrambe le ragioni. Per domani è attesa anche la riunione della cabina di regia nazionale che esaminerà i dati epidemiologici e verificherà se ci siano o meno le condizioni per la promozione ufficiale da rossa ad arancione per l’Abruzzo.
Nella ipotesi che il Tar confermasse la posizione del governo ossia il fatto che l’Abruzzo dal 27 novembre abbia presentato dati sui contagi più positivi e quindi dopo 14 giorni (scadenza 11 dicembre ) sarebbe tornata arancione , allora il via libera ci sarebbe ma con l’entrata in vigore per domenica 13.
Qualora il Tar prendesse domani la decisione definitiva in favore del governo, dunque l’ipotesi per l’Abruzzo sarebbe quella di tornare in zona rossa per due giorni.
Un braccio di ferro inopportuno quello tra governo e regione, che ha spinto anche alcune attività produttive a non riaprire per timori di entrare in un vulnus legistlativo interpretativo. Si spera che dunque il gioco del color color finisca presto. Molte le lance spezzate in favore di Marsilio che si è preso una responsabilità per dare una boccata d’ossigeno alle attività produttive. Del resto l’Abruzzo non è in zona rossa per un numero elevato di contagi bensì per il crak relativo all’assistenza sanitaria ospedaliera.