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Roberto Pambianchi torna con il singolo “Crash”, un grido di ribellione verso una nuova umanità

Roma – Il video del brano comincia con una domanda eloquente: “When is the end? #Covid-19”. Quando è la fine? Scritta in inglese per rendere globale, universale questo interrogativo che somiglia a un’invocazione. La pandemia ha azzerato le distanze e uniformato il mondo alle stesse paure, agli stessi gesti quotidiani che ci vincolano, rendendoci ugualmente fragili e impotenti di fronte al male. E come un gregge camminiamo inermi verso una agognata “terra promessa” che ci conduca a una nuova normalità. E intanto tutto fa “crash”.

“Hanno invaso la tua mente e compresso nel cervello. Spegni la tv! Crash. Crash. Talk show morti e feriti le sfilate in parlamento e tu. Fai la spugna. Poca etica al momento la tensione del terrore e crash le paure…”.

Comincia così la ballata rock “Crash”, scritta e composta dal musicista Roberto Pambianchi, noto per essere uno dei più accreditati interpreti del compianto cantautore reatino, Lucio Battisti. Un giramondo, un cantante che va su e giù per l’Italia dei palazzetti, dei teatri, delle tournée, cose che ora mancano terribilmente a causa della pandemia.

Il singolo di Pambianchi, uscito lo scorso 15 gennaio, è un grido di ribellione verso una nuova umanità, e canta il bisogno forte di scuotere le persone e le coscienze, in un momento in cui tutto sembra frantumarsi (“crash”) di fronte a qualcosa di irrefrenabile. Roberto Pambianchi, di fronte a questo impasse esistenziale, esorta l’uomo a cambiare prospettiva e canta: “Apri bene gli occhi e il mondo cambierà. Siamo attimi di luce dal cielo, siamo lampi che nessuno fermerà, che non seguono correnti. Non sentirti più come una pecora!”.

Uscire dal gregge è l’invito di “Crash”, un’esortazione a pensare con la propria testa, a cambiare strada, a cambiare canale, cambiare pensiero e a credere fermamente che siamo noi i veri protagonisti della nostra vita, anche di fronte alle paure e alle avversità più imperscrutabili.

“Le misure di sicurezza – spiega Pambianchi, che con questo brano vuole dare voce anche alla sofferenza di colleghi che, come lui, sono costretti a rinunciare ai concerti e allo stare insieme al proprio pubblico, così come di rinunce stanno vivendo anche i ristoratori, gli operatori del turismo e tanti altri settori che stanno pagando duramente le misure restrittive del Coronavirus e continuano a non vedere la luce – sono state esasperate in Regioni che, in realtà, non hanno mai avuto troppi problemi”.

“Misure giuste per carità – sottolinea il musicista – laddove i contagi erano in aumento vertiginoso come è stato il caso della Lombardia o del Veneto, ma non proprio fatte su misura per Regioni come il Lazio (ma non solo), dove i numeri non erano tali da giustificare un blackout così disastroso per l’economia e quindi per chi lavora”.

Roberto Pambianchi ce l’ha poi con la tv, lo strumento che veicola le informazioni e l’impatto della paura e richiama con questo singolo, “Crash”, l’attenzione sul rischio di farsi “teleguidare”, soprattutto in un momento in cui “purtroppo tutti parlano sempre e quasi unicamente di questo virus, anche chi davvero non ne ha le competenze”.

Ma non è la prima volta che la sua musica tocca temi di rilevanza sociale, come il consumismo e il denaro, per mettere in luce ciò che è davvero essenziale: “…senza credit card ma che vita sarà per te, il profumo dei fiori e tra mille colori, riscoprire i valori che tu sai che hai perso oramai”, come canta Pambianchi in un’altra sua canzone, “Il profumo dei fiori”.

Ora, in attesa che la vita si sblocchi, il cantautore e musicista continua i suoi live su facebook e dopo quello di ieri, ce ne sarà uno anche oggi. Ma resta il fatto che i live nei teatri o nei palazzetti sono tutta un’altra musica.

Per ascoltare il brano e guardare il video: