ROMA – “Oggi nel Lazio siamo tornati ai livelli di novembre, con un aumento di casi e di ricoveri. Ogni giorno i 50 equipaggi delle Uscar effettuano visite a domicilio, tamponi, vaccinazioni, attività nei drive-in. Continuiamo a girare come trottole, da un anno ad oggi gli interventi sono quintuplicati”. Lo ha detto alla Dire Pier Luigi Bartoletti, coordinatore delle Uscar (Unità mobili speciali di continuità assistenziale regionali).
“La gravità della malattia è sempre la stessa, ma è leggermente scesa l’età delle persone colpite, in particolare tra i 50 e i 60 anni– ha spiegato Bartoletti- Speriamo che la misura della zona rossa possa portare un beneficio, sicuramente la chiusura delle scuole è una misura tardiva, perché i giovani sono i maggiori diffusori del virus e la scuola per me ha sempre rappresentato il problema numero uno”. Bartoletti ha sottolineato poi che “in questi giorni tornano a vedersi casi di influenza, con febbre a 39-40 gradi. Anche se l’incidenza è bassa, i casi ci sono”.
Per quanto riguarda le vaccinazioni, il coordinatore delle Uscar è netto: “Mancano le dosi che ci servono. Le somministrazioni fatte finora sono una goccia nel mare. Inoltre stiamo vaccinando nel pieno della pandemia e quindi non vediamo i benefici reali, ma se vogliamo abbassare il numero dei decessi, quella è la nostra unica soluzione”. E su AstraZeneca: “Non c’è alcun nesso di causa tra i rari casi di persone morte e il vaccino. Sono milioni le persone che lo stanno ricevendo in tutto il mondo. Purtroppo questi casi riguardano la singola persona. Ma poi mi domando: le persone che adesso attendono l’arrivo di Johnson & Johnson, pensano che non possano esserci situazioni simili? Aspettiamo un vaccino che nessuno ha ancora fatto. Ripeto: l’unica soluzione contro il Covid è aumentare l’offerta di vaccini e andare avanti con le somministrazioni”. (Maria Rita Graziani – www.dire.it)